Comune di Calanna

Calanna (Kalanè in greco-calabro) è un comune italiano di 762 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Origini del nome

Sull’origine del nome esistono varie ipotesi: secondo Luigi Nostro, considerando la posizione panoramica dell’area, deriverebbe dal greco Kalé amyne (bella difesa), per altri studiosi dal termine Calanco (F. Arillotta) – un tipo di roccia friabile – oppure da Columna Rhegina, un’importante stazione di sosta romana della Via Popilia i cui abitanti trovarono rifugio sulle colline circostanti.

Informazioni:

Sito istituzionale:

www.comune.calanna.rc.it

Il Territorio

Il territorio comunale fa parte del versante dello stretto provincia di Reggio Calabria, e confina con i Comuni di Fiumara, Laganadi, Reggio Calabria e San Roberto. Occupa un territorio di 10,49 kmq, compreso tra i 162 e gli 850 metri slm, con una escursione altimetrica notevole.
È delimitato dalle fiumare di Catona a Nord e Gallico a Sud, e dal punto di vista geomorfologico risulta infatti diviso tra i versanti delle due omonime Vallate.
Si compone di diverse frazioni, di cui le principali (oltre il centro storico-archeologico di Calanna) sono: Villamesa, Milanesi, Mulini, Rosaniti.
Calanna si distingue per la particolare suggestione legata alla natura del terreno. Infatti, il territorio è caratterizzato dalla presenza di pietre arenarie, chiamate “tafoni“, plasmate per millenni dagli agenti atmosferici, un calcare conchiglifero corroso dall’azione eolica. Al sole il giallo della roccia assume un colore che ricorda quelle delle dune del deserto, mentre le scanalature dell’arenaria sembrano tanti merletti, in contrasto con il verde rigogliosa della macchia mediterranea presente tutta intorno. Queste rocce fanno da cornice ad un panorama che si apre sull’azzurro dello Stretto di Messina, con le due coste, calabrese e siciliana, che si sfiorano sullo sfondo.
È ancora oggi possibile ammirare, incastonati nelle pareti sabbiose, i numerosissimi resti fossili, in particolare della famiglia “Pectinidae”. Tra Ottocento e Novecento, la popolazione calannese utilizzò alcune di queste formazioni arenariche per ricavarne ricoveri per animali, ma anche rifugi nel corso delle grandi guerre: infatti sui fianchi della collina, dove è presente il castello medievale, è facile notare alcune aperture comunicanti tra loro.

La Storia

La sua posizione strategica rende Calanna un importante caposaldo difensivo, il cui territorio fu soggetto nei vari secoli a continue invasioni e cambi di potere.I primi insediamenti nella zona risalgono a epoca molto antica, come testimonia la necropoli protostorica, del IX-V secolo a.C., scoperta nei dintorni del borgo.  Di una certa importanza sotto gli aragonesi, fu baronia dei Sanseverino di Mileto, ai quali subentrarono i Ruffo di Sinopoli e, nella seconda metà del Quattrocento, i Carafa. Passata, sul finire del XVI secolo, ai de Francesco, all’inizio del Seicento pervenne ai Ruffo di Sicilia, che ne conservarono il possesso fino all’abolizione del feudalesimo. Al termine del restaurato dominio borbonico, fu annessa al Regno d’Italia, insieme al resto della regione. Distrutta dal terremoto della seconda metà del XVIII secolo, fu colpita anche dal sisma del principio del Novecento, a seguito del quale l’abitato fu trasferito sull’altopiano di San Teodoro.

Arte e cultura

Monumenti e luoghi d'interesse

Le prime testimonianze certe sulla presenza di insediamenti umani nel territorio di Calanna vanno fatte risalire all’età del ferro. Nel 1953 è stata infatti scoperta in Contrada Ronzo, durante gli scavi per l’apertura di una strada, una Necropoli preellenica costituita da tombe a forno e a grotticella, databile sulla base dei corredi funebri in ceramica e bronzo rinvenuti (visitabili nel Museo Nazionale di Reggio Calabria) tra il X e il IX secolo a.C. Per un lungo periodo sembra che il territorio probabilmente rimase disabitato, non si sa per quali cause, ma sono state rinvenute testimonianze successive, d’epoca basiliana, bizantina e normanna.
I Monasteri ormai scomparsi di S. Febronia (monastero femminile) e S. Martino (convento) erano importanti testimonianze basiliane: essi sorgevano poco distanti da Milanesi, una delle frazioni del Comune, e la scarsa attenzione che in epoche passate si dava alle testimonianze storiche non ha permesso l’individuazione e quasi certamente la conservazione delle strutture. All’epoca bizantina invece sono databili alcuni oggetti rinvenuti in Contrada Marchese, in cui sono stati individuati i resti di una necropoli (forse a carattere militare). Il territorio impervio e soggetto a frane ed erosioni non permette qui la precisa localizzazione del sito.
Resti non ben determinati di una fortificazione tardo-romana o bizantina (quasi sicuramente bizantina) sono stati rinvenuti anche in località Imperio Superiore, a Villamesa, la più popolata delle frazioni del Comune di Calanna: ad un’altitudine di circa 600 metri slm si trovano ancora i resti di muri a secco, facenti probabilmente parte di una struttura difensiva, comunemente associata al nome di “castello vecchio”.
Sui probabili resti di una costruzione bizantina, è stato poi ampliato e riedificato in età normanna (periodo incerto ma databile intorno al 1200) il tracciato esterno di una imponente struttura difensiva, che dominava incontrastata tutto il territorio della Vallata del Gallico e lo Stretto di Messina: il sito archeologico conosciuto meglio come Castello Normanno.

Sotto il profilo storico-architettonico interessanti sono: la chiesa parrocchiale, contenente, tra l’altro, pregevoli altari marmorei, un capitello bizantino- normanno e frammenti di sculture medievali, rinascimentali e barocche; la chiesa della confraternita del Rosario, in cui si può ammirare un pila per l’acquasanta, di provenienza basiliana; i resti costruzioni medievali.