Cosoleto (detto anche “Cusuleto” o “Cosalitu” o Cosolìtu) è un comune italiano di 852 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
E’ situato nella fascia di colline pre-aspromontane che coronano la piana di Gioia Tauro sul cui paesaggio si affaccia.
Origini del nome
Deriva da casuletum, gruppo di piccole case, dal latino casula, casetta.
Informazioni:
Sito istituzionale:
www.comune.cosoleto.rc.it
Il Territorio
Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con differenze di altitudine molto accentuate, arrivando fino a 1.894 metri di quota. Questo significa che il paesaggio è molto vario e suggestivo, con zone più alte e altre più basse, creando un ambiente naturale davvero affascinante. L’abitato, immerso in questa cornice paesaggistica speciale, mantiene un aspetto rurale e non mostra segni di espansione edilizia, il che aiuta a conservare il suo carattere autentico e tradizionale. E’ situato su un ripiano terrazzato con un andamento plano-altimetrico leggermente vario, che rende il paesaggio ancora più interessante. Cosoleto comprende due frazioni: Acquaro e Sitizano.
La Storia
L’origine di Cosoleto, si fa risalire all’esodo delle popolazioni rivierasche di Metauria e di Tauriana causato dalla più micidiale scorreria saracena (951). Parecchi profughi avrebbero scelto fra le colline e i monti un luogo sicuro. D’altra parte, c’è chi sostiene l’esistenza del paese prima di detta immigrazione, poiché in quei pressi si parlò a lungo la lingua greca. Notizie più certe si hanno durante gli avvicendamenti feudali: nel 1270 Cosoleto risulta Baronia di Lamberto Malaino fino alla rivolta dei nobili (1464) e tre anni dopo viene concesso da re Ferrante I d’Aragona a Valentino Claver. A quest’ultimo è legata la fondazione del Convento dei Cappuccini (1532), soppresso dai Francesi il 30 marzo 1808. Il feudo passa, quindi, ai Ruffo del ramo dei Duchi di Bagnara, il cui erede Fabrizio lo vende (1573) a Giovan Battista Sarsale di Sellia che lo possiede fin al 1625. Ora la terra è dei Ruffo di Scilla che nel 1639 la trasferiscono ad Antonia Francoperta (di nobile famiglia reggina) e Cosoleto acquista importanza, avendo don Giuseppe Francoperta ottenuto dal re il titolo di Principe (1671). Alla morte di questi, avvenuta due anni dopo, essendo estinta la linea maschile della dinastia, succede la nipote Laura Tranfo. Ultimo feudatario, prima dell’eversione (1806), a partire dal terremoto del 5 febbraio 1783, diviene il Principe Carlo Tranfo fu Gaetano recuperato vivo dopo 24 ore dal crollo del palazzo gentilizio. Nel 1783 un terremoto catastrofico rase al solo Cosoleto, assieme a molti alti centri della fascia tirrenica. La riedificazione del centro è realizzata non molto lontano. Nel 1799, durante la Repubblica Partenopea, Cosoleto fa parte del Cantone di Seminara e con la legge francese del 19 gennaio 1807 diviene Luogo o Università ed è assegnato nel Governo di S. Eufemia di Sinopoli. Da un bilancio del 1809 avrebbe, infine, ottenuto l’autonomia amministrativa (con l’inclusione dei villaggi di Acquaro e Sitizano) ancor prima del decreto Masci del 4 maggio 1811, rimanendo nella giurisdizione di Sinopoli elevato a capoluogo di Circondario.
Arte e cultura
Monumenti e luoghi d'interesse
Nella frazione di Sitizano si può ammirare uno dei pochi musei tematici presenti in Italia: è per importanza il secondo museo in Calabria interamente dedicato alle carrozze d’epoca.
Il Museo delle carrozze d’epoca “Marchesi Taccone di Sitizano” è nato grazie all’impegno e alla donazione della famiglia nobiliare locale, I Marchesi Taccone.
Lo spazio in cui sono conservate e mostrate al pubblico è quello delle antiche stalle del Palazzo dei Marchesi. Dentro ci sono otto vetture realizzate fra il diciannovesimo e ventesimo secolo. I dettagli che le compongono sono pregiati e piene di rifiniture.
Le carrozze sono state fabbricate fra l’Italia e la Francia e sono state restaurate prima di essere presentate al pubblico. Le carrozze, tutte scoperte, sono del tipo Berline, il modello più diffuso per partecipare alla vita pubblica. La preziosa collezione dei Taccone mostra anche il modello Landau, dotata di pareti in cuoio a forma di mantice, molto usata dall’aristocrazia e dall’alta borghesia nell’Ottocento.
Il resto dei mezzi è modello Calesse usato anche per le attività agresti
La frazione di Sitizano era il vero e proprio regno dei marchesi Taccone. Qui esiste ancora la loro villa dove, ancora oggi, gli eredi della famiglia vengono in visita.
La villa, con il suo ricco giardino pieno di piante e vegetazione, le opere architettoniche molto belle e la piscina, rappresenta un pezzo importante della storia e dell’eredità di Sitizano. I primi segni dei Taccone a Sitizano risalgono al 1735, e grazie al marchese Nicola Tassone, nel 1783, è stato bonificato un laghetto paludoso, un intervento importante per combattere la malaria e migliorare la salute della comunità dopo il terremoto che aveva causato molte vittime. Vicino alla villa si trova il Museo storico delle carrozze, un luogo che conserva pezzi di storia legati al passato della famiglia e del territorio. A poca distanza, c’è anche il frantoio di proprietà dei Taccone, che testimonia le tradizioni agricole e artigianali della zona.
Tradizioni e folclore
Il legame di questo borgo con la tradizione sicuramente va ricercato nei tantissimi festeggiamenti religiosi che si svolgono qui durante tutto l’anno. Uno dei più importanti è la festa di San Rocco, celebrata il 16 agosto ad Acquaro. La solenne processione del santo per le vie del paese anima questa frazione in un giorno di grande festa al quale partecipano i fedeli di tutta la piana di Gioia Tauro. Il 20 gennaio, invece, tutto il borgo si dedica ai festeggiamenti per San Sebastiano, patrono di Cosoleto.
Festa San Rocco d’Acquaro
La piccola frazione di Cosoleto viene letteralmente invasa da migliaia di pellegrini provenienti dai paesi vicini e non solo, per assistere all’esposizione e adorazione della statua di San Rocco.
La festa è preparata da una novena, annunciata da alcuni spari, alla mezzanotte del 15 di agosto la statua del santo viene fatta scendere lentamente dalla sua nicchia fra l’entusiasmo dei numerosissimi pellegrini presenti e per tutta la notte i pellegrini si riversano ad Acquaro per adorare il miracoloso santo pellegrino. L’ultima messa della mattinata viene presieduta normalmente dal rettore del santuario con il tradizionale panegirico del santo.
Nel primo pomeriggio si svolge la processione per le vie del paese, caratterizzata da continue soste nelle quali gli abitanti di Acquaro offrono da bere ai portatori della statua che per tradizione sono di Sinopoli Inferiore.
La statua rimane esposta per la venerazione dei fedeli fino al primo novembre quando, al termine della santa messa solenne, viene fatta lentamente risalire nella sua nicchia.
Le feste si svolgono con la processione molto partecipata, per il paese e le giornate sono allietate dai tamburinari. Concludono i festeggiamenti i fuochi d’artificio.