Portigliola (Portigghiòla in calabrese, Portùla in greco-calabro) è un comune italiano di 1075 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria, posto a 100 metri sopra il livello del mare.
Origini del nome
Il suo nome deriva dal latino Porti (cioè porta) con il suffisso grecanico diminutivo “-ooula”; in effetti nel medioevo vennero collocate dai feudatari di Gerace, nel territorio portigliolese, alcune porte e alcune torri (ancora oggi raffigurate sullo stendardo cittadino). Secondo un’altra etimologia invece, il nome deriverebbe da “Porti Aiuola” cioè “aiuola del porto”, dalla sua vicinanza al porto dell’antica città greca.
Informazioni:
Sito istituzionale:
www.comune.portigliola.rc.it
Il Territorio
Il suo territorio ricade nell’area di scavi archeologici dei resti dell’antica Locri Epizephiri, in particolare della città bassa, comunemente chiamata “Centocamere”, prossima al mare e divisa dall’allora presenza di un corso d’acqua e poi conservatesi per sommersione delle acque. Si affaccia sul mar Ionio con una piccola fascia costiera in località Contrada Torre, fa parte della Riviera dei Gelsomini.
Portigliola ha in Marina di Portigliola la sua frazione balneare più apprezzata e frequentata dai turisti. Essa affaccia con eleganza sul Mar Ionio ed è composta da sabbia chiara finissima e da una cornice di macchia mediterranea. Il mare cristallino e trasparente attrae ogni estate tantissimi turisti i quali sono spinti anche dall’accoglienza degli abitanti locali e dalla grande organizzazione delle strutture ricettive che si alternano alle spiagge libere.
Storia
Pare sia sorta, nel X secolo, a opera degli abitanti della costa scampati alle incursioni saracene, i quali si rifugiarono in questo territorio, anticamente appartenuto a Locri, prestigiosa colonia della Magna Grecia. Il toponimo presuppone un “portilia”, derivato da “porta”, per cui ha il significato di ‘pertinente alla porta’. Assegnata, nella seconda metà del Quattrocento, al nobile casato degli Aragona, dall’inizio del XVI secolo appartenne ai de Cordova, ai de Marinis e ai Grimaldi, che ne conservarono il possesso fino al crollo del sistema feudale, decretato dalle riforme napoleoniche. Ricostruita dopo il terremoto della seconda metà del Settecento, che la rase al suolo, restò unita a Sant’Ilario dello Jonio fino al 1811, quando acquistò l’autonomia amministrativa, a seguito del decreto francese istitutivo dei comuni e dei circondari. La storia successiva all’ingresso nel Regno d’Italia, al termine del restaurato dominio borbonico, non fa registrare avvenimenti di rilievo. Numerose le testimonianze del suo patrimonio storico-architettonico, tra cui spiccano: la chiesa parrocchiale; alcuni ruderi dell’antica Locri, comprendenti buona parte delle mura che cingevano la cittadina; le rovine di costruzioni greco-romane; i resti della torre dei Corvi, del XVI secolo, facente parte del sistema difensivo costiero.
Scoprire Portigliola
Il turista può iniziare a conoscere l’antica città greca percorrendo le strette vie del centro storico che si inerpicano sulla collina, dove ammirerà le numerose testimonianze del suo patrimonio storico-architettonico, tra cui spiccano: la chiesa parrocchiale; alcuni ruderi dell’antica Locri, comprendenti buona parte delle mura che cingevano la cittadina; le rovine di costruzioni greco-romane; i resti della torre dei Corvi, del XVI secolo, facente parte del sistema difensivo costiero; la teca del tempio di Zeus, il teatro greco-romano.
Monumenti e luoghi d'interesse
Il Teatro Greco-Romano di Portigliola è una splendida testimonianza della Magna Grecia calabrese, risalente al IV secolo a.C. con rifacimenti in età romana, è parte del vasto Museo e Parco Archeologico Nazionale di Locri.
E' interessante notare come il teatro della prima età ellenistica subì progressivamente trasformazioni determinate da esigenze di spettacolo, che da propriamente "teatrali" diventano "anfiteatrali". Il monumento è ben leggibile nei suoi tre fondamentali elementi costitutivi: l’edificio scenico, con il palcoscenico, il fondale e gli ambienti di servizio dove trovavano posto gli scenari e i macchinari per le rappresentazioni; l’orchestra, destinata negli spettacoli antichi ai movimenti e alle danze del coro e la cavea (le gradinate) che poteva contenere fino a 4500 spettatori.