Comune di Taurianova

Taurianova è un comune italiano di 14837 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Origini del nome
Il nome deriverebbe da Nuova Taurianum, toponimo a sua volta derivante dall’antico insediamento della Magna Grecia, un tempo abitata dai Calcidei di Zancle (l’odierna Messina) e dai Bruzi della colonia Tauriana (o Taureana), quest’ultima distrutta intorno al 950 d.C. quando la più feroce delle incursioni saracene rase al suolo l’antica e florida città costiera di Taureana, disperdendone gli abitanti.

Informazioni:

Sito istituzionale:

www.comune.taurianova.rc.it

La Storia

Ufficialmente Taurianova, è nata il 12 marzo 1928 dall’unione dei comuni di Terranova Sappo Minulio, Radicena, Jatrinoli e l’assegnazione di una serie di frazioni e contrade tra le quali San Martino, Amato, Pegara e Scroforio. Terranova, insieme a quest’ultima località, nel 1946 si staccò per diventare Comune autonomo.
Tutti questi centri, secondo la tradizione storica, sarebbero stati fondati dai profughi dell’antica città costiera di Tauriana distrutta dai Saraceni nel 950 e passarono sotto il dominio feudale dei Lauria, dei Sanseverino, dei Sant’Angelo, dei Caracciolo, dei de Cordoba, dei de Marini e dei Grimaldi.
La frazione San Martino, nel corso dei secoli XI, XII e XIII, ebbe un ruolo da protagonista nella storia della Calabria. Ospitò diversi Re e il pontefice Onorio IV. Ruggiero il Normanno vi celebrò il proprio matrimonio. Aveva anche un castello di cui oggi resta soltanto qualche rudere. Della frazione Amato, invece, si sa che fu fondata nei primi decenni del XIX secolo su iniziativa del marchese Gagliardi che possedeva tutti i terreni della zona.
Fu sempre lui a far costruire la piccola chiesa della Madonna Immacolata e un asilo infantile per i figli delle raccoglitrici di olive che lavoravano nelle sue proprietà. Oggi gli antichi casali di Radicena e Jatrinoli costituiscono il cuore storico della cittadina di Taurianova.
Gli antichi nuclei di Radicena-Jatrinoli
Le origini di Radicena si fanno risalire al 1050, data di donazione della monaca Kometo, vedova di Giovanni, discendente da Elia Erotikes, alla chiesa di Oppido Mamertina. L’eminente bizantinologo Andrè Gouillon ha dimostrato, attraverso fonti documentate, l’esistenza del monastero di Santa Lucia, testimoniando così l’esistenza di questo nucleo abitativo fin dal periodo bizantino; mentre il famoso linguista tedesco Gerhard Rholfs scrive che il nome di Radicena deriva dal latino tardo (radice), e quello di Jatrinol dal dialetto Jatrinuni e Jatrinni che sembra scaturito da Jatridoni, discendenti dalla famiglia Jatridi, di origine greca.

Monumenti e luoghi d’interesse

Architetture religiose

  • Santa Maria delle grazie
    Il Duomo di Taurianova è situato in Piazza Macrì (un tempo intitolata a Re Umberto I. L’edificio è in stile romanico, con influenze gotiche e moresche. La chiesa originaria, in cui veniva venerata Santa Maria Ambasiade, venne distrutta dal terremoto del 1736, ricostruita e consacrata da Monsignor Carafa il 4 giugno 1737..
    L’imponente facciata è decorata con arcatelle e un rosone ed è fiancheggiata da due torri campanarie, che la superano in altezza e che ricevano luce da alcune trifore. Nella torre di destra è installato, al centro del quadrante, un grande orologio. Delle tre campane, già appartenenti al Monastero di Santa Caterina di Terranova, la maggiore è opera di Jacopo Musurra, fonditore siciliano del sec. XVI. L’interno è a tre navate e una balaustra in marmo bianco divide la navata centrale dal presbiterio, dove è collocato l’altare maggiore. Ad uno dei pilastri che separa la navata centrale dalla laterale è addossato un pulpito ligneo. L’altare maggiore è in marmo e su di esso è posta l’attuale statua della Vergine della Montagna, donata in segno di voto nell’anno 1787 dal sig. Vincenzo Sofia, allorché la figlia ammalatasi gravemente, il povero padre, si rivolse fiducioso alla Vergine, alla quale promise, a grazia ottenuta, che avrebbe offerto alla chiesa una statua d’argento raffigurante la Madonna stessa. Nonostante la giovinetta morisse, il Sofia volle egualmente sciogliere il voto, almeno in parte, e fece scolpire nel legno, anziché modellare in argento, le sembianze della Vergine d’Aspromonte, da artisti napoletani della seconda metà del secolo XVIII. La statua venne successivamente collocata al posto dell’immagine antica che è ora custodita dai Padri Cappuccini presso il locale Convento Francescano. Nel 1994 Maria Santissima della Montagna è stata incoronata Regina di Taurianova.
  • Chiesa del Rosario
    La Chiesa del Rosario è la più antica del paese: inizialmente era dedicata a San Basilio ed era annessa al Convento dei Domenicani fondati il 12 marzo 1537 da Niccolò Severino. Entrambi gli edifici vennero distrutti da un terremoto e ricostruiti con il contributo dello Stato, come ricordato sul marmo fissato sul portale della Chiesa. Il convento venne soppresso su ordine del Governo militare francese di occupazione il 7 agosto 1809, mentre la Chiesa venne danneggiata dal terremoto del 1908 e ristrutturata. Proprio durante questa fase vennero apportate diverse modifiche. Erroneamente nella storia del Comune di Taurianova, viene indicata la data 1018 per una campana Fusa da M Jacobus Musarra, che è vissuto nella prima metà del 1500.
  • Chiesa dell’Immacolata (di Radicena)
    La chiesa dell’Immacolata di Radicena, così chiamata per distinguerla dall’omonima nel rione Jatrinoli venne edificata al posto di quella del Ss. Sacramento, probabilmente nel corso del 1800. Nella chiesa è contenuto un importante gruppo in marmo di Rinaldo Bonanno raffigurante Maria con il braccio destro, armato di clava, alzato per difendere Gesù in braccio a lei da un mostro;ai piedi della donna vi è un putto. La chiesa fu decorata in stucchi da Fortunato e Vincenzo Morani da Polistena nel 1898 che poi furono distrutti dal terremoto del 1908 per come afferma l’Arc. Francesco Maria De Luca, nella monografia di Iatrinoli stampata nel 1922.
  • Chiesa dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo
    La chiesa, sita nel rione Jatrinoli, anticamente era composta da tre navate con una copula all’incrocio dei bracci. A seguito dei vari movimenti tellurici venne demolita su ordine del Regio Genio Civile e vennero lasciati soltanto alcuni muri e i pilastri della navata centrale. Tra le opere importanti si annovera una statua in marmo attribuita da alcuni studiosi ad Antonello Gaggini, vissuto tra il 1400 ed il 1500, collocata in una nicchia nella facciata principale della chiesa. Per permettere a tutti di ammirare tale opera è stato progettato il ripristino di due cappelle interne alla chiesa, dove sono stati collocati la statua in marmo e un antico crocifisso ligneo.
    Il quadro più importante è quello raffigurante San Pietro, dipinto in tela che rappresenta il pentimento del Santo. L’effigie è di un rozzo pastore che, seduto tenendo le braccia nerborute e nude sino al gomito, distese sull’addome e conserte le dita delle mani, mostra il suo vivo rammarico, mentre grosse lacrime gocciolano dagli occhi sulle gote. Un’altra statua è quella di San Paolo, in cornice di legno verniciato. Pregevole è anche il dipinto su tela di Nostra Signora del Rosario.
  • Cimitero monumentale di Radicena
    Di grande rilievo artistico è uno dei due cimiteri comunali, quello di Radicena, nei pressi della chiesa del Calvario. L’ingresso monumentale è sormontato da tre angeli, uno collocato più in alto rappresentato in piedi mentre suona una tromba, gli altri in due più in basso sono leggermente piegati. Tra gli altri elementi decorativi ci sono numerose colonne dal capitello corinzio di diverse dimensioni. All’interno del cimitero vi sono numerose opere di artisti taurianovesi e cappelle riccamente decorate; vi è anche una piccola chiesa, dove viene celebrata la messa il 2 novembre, e nel terzo ampliamento è stato realizzato un altare. Nello stesso Cimitero si trova in altorilievo il “Cristo che porta la Croce ” realizzato da Francesco Jerace per la tomba Ciano.

Palazzi
Sulle strade della città si affacciano numerosi palazzi nobiliari di grande bellezza, i quali si lasciano ammirare in particolar modo per i loro portali.

  • Villa Zerbi
    L’edificio, realizzato nel 1786 secondo un progetto dell’architetto Filippo Frangipane è in stile barocco siciliano. Il portale in granito grigio, sormontato da una finestra messa in evidenza da un gioco di curve, è fiancheggiato da lesene ed è l’elemento più caratterizzante della facciata, mentre i balconi sono costituiti da mensole ornate da maschere di pietra e da lavorazioni di ferro battuto. Di grande importanza e bellezza è anche il giardino, curato secondo lo stile dei giardini nobiliari calabresi.
    Nel 2002 il palazzo è stato restaurato in osservanza alla tutela del Ministero dei beni e delle attività culturali e rientra tra le dimore storiche calabresi di particolare interesse artistico-storico.
  • Palazzo Contestabile
    L’edificio è stato progettato nel 1700 da Carlo Vanvitelli, figlio di Luigi Vanvitelli, progettista della Reggia di Caserta, a cui venne affidato il lavoro da Pasquale Contestabile. Sorge su tre piani e si affaccia su Piazza Vittorio Emanuele II, recentemente è stato restaurato. Di grande bellezza è il portale, sormontato dallo stemma della famiglia Contestabile, ma gli interni sono probabilmente la parte più affascinante: i pavimenti sono stati realizzati da artisti siciliani, mentre i lampadari sono in Vetro di Murano.

Tradizioni e folclore

  • La festa patronale: storia di un miracolo
    Alla fine del 1800, si verificò a Radicena il miracolo della Madonna della Montagna. Il latinista taurianovese Francesco Sofia Alessio, testimone oculare dell’evento, così lo descrive: “Era la sera del 9 Settembre del 1894, la venerabile immagine di Maria SS.ma della Montagna, patrona della città di Radicena, stava esposta nella chiesa alla venerazione dei fedeli. Si era celebrata la festa il giorno precedente. Erano le ore 7 pomeridiane, ed un certo Ambrogio Incarnato, negoziante napoletano, mentre contemplava il volto della Madonna, si accorse che gli occhi della Statua si muovevano con vivacità singolare, e richiamò l’attenzione degli astanti, i quali gridarono al miracolo. La Madonna fu portata in solenne processione, muoveva gli occhi guardando a destra e a sinistra in alto e in basso. Io avevo 20 anni e la vista chiara ed acuta e potei osservare in tutti i modi i movimenti di quelle divine pupille. Io vidi quegli occhi, che ora si levavano verso il Cielo, ora si abbassavano verso la terra, e si rivolgevano verso tutte le povere anime, che spaventate pregavano”.
    Da quel giorno Taurianova si consacrerà alla Madonna della montagna, elevandola a patrona dell’intera città festeggiandone il culto nel trittico del 7-8-9 settembre di ogni anno. La festa con il tradizionale “U ‘Mbitu” (l’invito) vissuto nella piazza antistante la chiesa della patrona; qui già nove giorni prima dell’inizio dei festeggiamenti, la cosiddetta novena, si rinnova il rito dei “luppinazzi” (lupini) i cui fasci vengono accesi direttamente dal sindaco. Il fuoco, da sempre considerato elemento propiziatorio nelle antiche comunità contadine, era il momento migliore per gli affari, per intensificare le attività agresti, il commercio, le inaugurazioni di nuovi edifici.
  • Festa di San Giuseppe
    Ormai da diversi anni la Parrocchia di San Giuseppe organizza a marzo alcune attività in onore del Santo. Queste comprendono 9 martedì antecedenti alla festa, detti “Mercoledì di San Giuseppe”, ma la vera e propria festa inizia il 10 marzo, con l’avvio della novena. Durante questa giungono nella parrocchia alcuni missionari a cui sono affidati le riflessioni per preparare alla celebrazione del 19 marzo, giorno carico di manifestazioni religiose e civili. Di solito si svolge una messa ogni ora, con un’alta partecipazione di bambini che vengono appunto affidati alla protezione del Santo, il pomeriggio invece parte la Processione per le vie del paese che termina con uno spettacolo pirotecnico e una festa organizzata dalla parrocchia e da associazione ad essa collegate che si svolge nelle vie vicine alla Chiesa. Tipico di questa festa è consumare le crespelle (la sagra delle crespelle è giunta alla XX edizione).
  • Festa di Sant’Antonio da Padova
    Una festa molto radicata nella comunità è quella in onore di Sant’Antonio, la cui immagine è venerata nel convento dei Padri Cappuccini. Usanza molto antica è quella della “tridicina” (31 maggio-12 giugno), nata come vera e propria forma di pellegrinaggio attraverso Via Cappuccini per giungere nel piazzale davanti alla chiesa, diventata adesso come un’occasione per meditare in preparazione della festa che si svolge il 13 giugno grazie alle prediche di oratori che giungono a Taurianova per questa occasione. Una tradizione particolare è quella della benedizione del pane, che anticamente veniva distribuito ai poveri, ora a familiari ed amici. Il 13 giugno si svolge una processione della statua del Santo, trasportata da diversi portatori volontari che indossano un saio, per le vie del paese che termina con fuochi d’artificio e l’esibizione di artisti nello spiazzale di fronte alla Chiesa.
  • Festa della Madonna del Carmine
    Nel mese di luglio si svolgono le celebrazioni in onore di Maria Santissima del Monte Carmelo, venerata nella chiesa dei Santissimi Apostoli Pietro e Paolo. Questa festa è molto antica e risale a quando Taurianova era ancora separata in due comuni e uno, Jatrinoli, era protetto da questa figura che riceve ancora oggi tanta devozione dal popolo taurianovese. La sera del 6 luglio si svolge “l’invito alla festa” che consiste nel lancio di palloncini e fuochi pirotecnici, per dare l’inizio alla novena. Il 15 e il 16 luglio si ha il cuore della festa, con diverse manifestazioni civili e religiose tra cui la consegna dei premi “Araba Fenice” a cittadini o associazioni che si sono distinte per valori e poi il 16 luglio la processione della statua per le vie del paese.
  • Settimana Santa
    Nel corso della Settimana Santa si svolgono numerosi Riti che interessano l’intera comunità e che in alcuni casi hanno origini molto antiche.
    Processione dell’Addolorata
    Questo rito si svolge il giovedì e il venerdì precedenti la domenica delle palme sin dal 1850: la sera del giovedì di Passione la statua, venerata nella Chiesa dell’Addolorata ( “il Calvario”) viene portata in processione fino al duomo della città, dove viene accolta dal canto dello Stabat Mater; il giorno seguente, dopo la predica dei sette dolori, la statua viene nuovamente portata in processione per le vie della città e ritorna infine nella chiesa del Calvario.
    Processione delle Palme
    Le varie parrocchie organizzano questa breve processione da uno spazio aperto dove vengono benedette le palme fino alle singole chiese dove viene svolta la celebrazione eucaristica.
    Via crucis per le vie della città
    Le parrocchie della città per diversi anni hanno organizzato la via crucis del Venerdì Santo separatamente, mentre dal 2014 se ne svolge solo una, programmata dalle tre parrocchie, che attraversa la città secondo il percorso del Corpus Domini. Un tempo dalla Chiesa Matrice di Radicena, uscendo dall’Asilo Pontalto, le statue del Cristo morto e della Madre Addolorata, venivano portate in processione al Calvario dei Padri Cappuccini, ove un predicatore invitava alla riflessione. Subitamente le statue facevano ritorno, con processione au flembeau, all’Asilo Pontalto. Con la morte del parroco, Mons. Francesco Muscari Tomaioli, il parroco subentrante ha abolito il tradizionale appuntamento.
    Via crucis vivente
    “Chiamata della Madonna”
    Uno dei riti più suggestivi della Settimana Santa taurianovese è la “Chiamata della Madonna” che si svolge la sera del venerdì santo nella chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. In questa occasione il celebrante rivolge un’invocazione alla Madonna, mostrando l’effigie di Gesù Cristo morto; al termine di questa viene spalancato il portone della chiesa ed entra di corsa la statua dell’Addolorata, la quale velocemente raggiunge l’altare e “prende” tra le braccia il corpo del Figlio. Inizia così una toccante processione fino alla chiesa dell’Immacolata di Jatrinoli accompagnata dalle fiaccole dei numerosissimi fedeli.