Comune di Ciminà

Ciminà (Hyminà in greco calabro) è un comune italiano di 531 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

Origini del nome

L’origine toponomastica del paese si fa risalire al greco kyminà, κύμινα, ossia luogo dove cresce in abbondanza il cumino, pianta della famiglia delle ombrellifere dalle proprietà mediche e culinarie, usata per la conservazione dei cibi e per produrre un liquore chiamato “Kumeel”.

Informazioni:

Sito istituzionale:

www.comune.cimina.rc.it

Territorio

Immerso nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, Ciminà si trova a valle, sotto il monte Tre Pizzi e vicinissimo alla fiumara Condojanni.

Cittadina sempre più frequentata da turisti internazionali, attratti dal labirinto delle sue vie, dalle particolari abitazioni scavate nel tufo violaceo della Ciminà alta e dai bellissimi percorsi panoramici di trekking, è una delle più antiche patrie del caciocavallo.

La Storia

La nascita del comune di Ciminà si fa risalire al 1453, ad opera di fuggiaschi Greci e Albanesi di religione cristiana che, scacciati da Costantinopoli da parte dei Turchi, trovarono riparo presso il “Monte dei Tre Pizzi”.
Il luogo scelto, impervio e lontano dal mare, garantiva riparo e protezione in caso di attacchi da parte di eventuali invasori. Il posto fu scelto in quanto si prestava bene alla pastorizia e all’agricoltura, specie per quanto riguarda la coltivazione del frumento, inoltre era vicino a delle foreste che potevano essere usato per la produzione di legname.
La nuova comunità non tardò ad attirare ceti feudatari, in particolare la famiglia Marullo di Messina che acquisirono dal re Ferdinando il titolo di Conti di Condojanni nel 1480 dopo aver comprato i terreni e l’investitura del centro. I Marullo oltre a Ciminà erano padroni dei feudi di altri centri vicini quali Careri,Bianco,Bovalino,Precacore e Bruzzano.
In seguito il paese venne acquistato dai Carafa di Roccella Ionica, e mantenuta da questi fino all’abolizione del feudatario nel XIX secolo. Successivamente fu riconosciuta “Università civium”, divenendo autonomo nel 1806, dal Governo di Gerace che successivamente ne acquisì la giurisdizione nel 1811, facendo parte del circondario, anche dopo il 1816 quando venne effettuato il “Riordino Generale della Calabria” disposto dai Borboni. Altre famiglie feudatarie abitarono a Ciminà, tra le quali le genovesi Grimaldi e Grillo, trasferite nella locride nel 1500 acquistando il feudo di Gerace, e gli Squarciafico, che acquistarono da Tommaso Merullo la baronia di Precacore e di Sant’Agata.
Il Comune venne dichiarato autonomo nel 1806.

Arte e cultura

Monumenti e luoghi d’interesse

Elementi architettonici di un certo interesse si possono notare nella parte bassa e centrale del paese, in numerose abitazioni.
Tuttavia è la parte alta di Ciminà a suscitare maggiore interesse e a divenire dunque vero obiettivo dei turisti, a causa delle vie, strette una all’altra in un immaginario labirinto, e delle abitazioni, costruite in una pietra tufacea dai riflessi violacei, rara in Calabria.
Sempre in questa parte del paese, nel luogo dove è posto il Calvario (luogo ove annualmente si svolge una popolarissima processione), si può godere di un panorama incantevole: occhieggia in basso la distesa pressocchè continua dei tetti, circondati dai fianchi del selvaggio Aspromonte e dai Dossoni della Melia. Allo sguardo dell’osservatore attento si presenta un paesaggio splendido e suggestivo, al tramonto acceso da fantasmagorici colori, difficilmente dimenticabile. Ricca di boschi e conifere, è meta di escursionisti e appassionati di trekking per la varietà dei suoi panorami.

Architetture religiose

Aree naturali

Enogastronomia