Comune di Mammola

Mammola è un comune italiano di 2494 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria, posto sul versante ionico della Calabria, tra l’Aspromonte e le Serre calabresi.

Origini del nome

L’etimologia di Mammola non è certa. Alcuni studiosi fanno risalire il nome del paese a quello di un antico pastore del luogo, detto appunto “Mammolo”, altri, invece, lo riconducono a quello della viola che qui cresce rigogliosa, altri ancora lo collegano alla, molto dubbia, presenza di un tempio della dea fortuna mammola.
La tesi più accreditata fa risalire l’etimologia al latino “Mamula”, ma resta anche valida l’ipotesi che il nome sia collegato a “Mamoula”, città greca dell’isola di Eubea.

Informazioni:

Sito istituzionale:

www.comune.mammola.rc.it

Il Territorio

Il comune è arroccato sulle falde di una catena montuosa, contrafforte del Monte Limina (Parco nazionale dell’Aspromonte) e del Monte Seduto (Catena delle Serre). Il vasto territorio è molto ricco di corsi d’acqua, testimonianza della presenza di fiumi e affluenti, tra i più importanti sono il fiume Torbido, il suo affluente Chiaro e le fiumare Neblà e Zarapotamo, usati anche per impianti di irrigazione.

Sono presenti anche sorgenti di acqua oligominerale, che alimentano gli abitanti del territorio e dei paesi vicini.

Fa parte della Comunità Montana della “Limina”, con sede in Mammola. Parte del suo territorio, con il caratteristico Borgo medievale ricadono nel Parco nazionale dell’Aspromonte, del quale è Porta d’Accesso e Centro Visita.

La Storia di Mammola

Le origini di Mammola risalgono al IV–V sec. a.C.: l’insediamento sorse sulle rovine di Malèa (Μαλέα in greco antico), colonia greco-locrese ricordata da Tucidide. Ai piedi scorre il fiume Chiaro, affluente del fiume Torbido. Nei pressi di quest’ultimo, un tempo detto Sagra, si sarebbe svolta nel VI secolo a.C. la cosiddetta battaglia del Sagra che vide i crotoniati sconfitti dai locresi alleati con i reggini.

Il nucleo di Mammola si sviluppò ulteriormente alla fine del X secolo d.C. Tra il 950 e il 986 sorse infatti un villaggio stabile, abitato dalle popolazioni che avevano abbandonato il litorale ionico per sfuggire alle incursioni saracene. Nel corso degli anni i monasteri divennero centro spirituale e di cultura. I monaci si dedicavano alla miniatura, al mosaico, all’innografia, allo studio degli antichi testi e delle scienze. Nello scriptorium, luogo destinato alla copiatura a mano, venivano trascritti codici, testi e trattati.

Mammola nel periodo feudale è appartenente a diverse famiglie: Giovanni Ruffo, Ruggero di Lauria, Anselmo Sabrasio, Raimondo del Prato, De Luna, Caracciolo di Gerace, Correale da Sorrento, Famiglia Carafa, nel 1540 il paese divenne capoluogo di Baronia allargando il suo territorio con Agnana. Successivamente passa alle dipendenze dei Gagliego, dei Loffredo, dei Ruffo, dei Pazzi, dei d’Aragona d’Ayerbe, dei Joppolo, di nuovo agli Spina, ai Barreca, ai del Pozzo e infine alla famiglia dei De Gregorio che la detennero fino al 1806, anno della soppressione del feudalesimo. I Del Pozzo, nobili di origine siciliana, contribuirono al governo del centro con 8 sindaci nell’arco di tempo dal 1718 al 1915, Con Nicodemo Maria Del Pozzo che mantenne la carica per più di 20 anni, dal 1871 al 1895.
Dopo l’unità d’Italia, le difficili condizioni economiche e sociali incisero profondamente sul vivere della comunità dando luogo a fenomeni di rivolta popolare e di brigantaggio. Cominciò l’emigrazione durata sino alla fine del XX secolo, dimezzando la popolazione.

Scoprire Mammola

La visita a Mammola è fortemente suggestiva data la struttura medievale del borgo ed il ricco patrimonio architettonico ed artistico che preserva. Tanti sono i palazzi nobiliari da ammirare passeggiando lungo i vicoli che improvvisamente lasciano spazio a scorci panoramici sulle colline circostanti.

Notevoli le chiese per numero e valore artistico tra cui spiccano la Chiesa Matrice di S. Nicola di Bari e la Chiesa dell'Annunziata con bella facciata. Fuori Mammola l'Abbazia di San Biagio risalente al X secolo.

All'interno del Parco Nazionale dell'Aspromonte oltre alle numerose escursioni naturalistiche è d'obbligo la visita al Monastero di San Nicodemo.

Monumenti e luoghi d'interesse

Aree naturali

Il territorio di Mammola è meta di escursionisti. I sentieri più importanti sono:

Sentiero dei Greci, sentiero naturalistico e panoramico, anticamente era utilizzato dai locresi della Magna Grecia come via di comunicazione per raggiungere il Mare Tirreno, le colonie di Medma (oggi Rosarno) e Ipponion (oggi Vibo Valentia). Il ripido e scosceso sentiero è percorso, come ex-voto, da devoti di San Nicodemo, che a piedi raggiungono il Santuario sul Monte Kellerana. In particolare i venerdì di luglio e agosto di ogni anno sono tradizionali i pellegrinaggi a piedi al Santuario.

Cascata di Salino, percorso naturalistico caratterizzato dalla presenza di grandi massi granitici e ontani che ombreggiano le acque. Si può risalire il torrente camminando sul bordo dell'alveo o in mezzo all'acqua. Dopo l'ultima ansa appare la cascata, scorrendo tra gole di roccia ferrosa precipita con due salti dall'alto. Il torrente “Salino”, affluente del fiume Torbido, nasce dal monte Limina nel Parco nazionale dell'Aspromonte.

Monte Sant'Elia (746 m), si attraversa il Fiume Torbido, si segue la pista di Coraca-Castania costeggiata da uliveti e castagneti secolari. Arrivati in contrada Cerasara, con una pista e poi un sentiero si arriva in cima al Monte, dove si può ammirare una veduta panoramica, in particolare della catena montuosa dell'Aspromonte e delle Serre.

Rifugio Montano-Monte Seduto, il percorso segue una pista sterrata, attraversa ampi faggeti e pinete, costeggia il laghetto Marzanello, passando per il Monte Cresta fino a raggiungere la vetta più alta del Comune Monte Seduto (mt. 1143). Per un tratto si percorre il "Sentiero Italia". Dopo si segue lo “stradone” che porta al Rifugio Montano. In questa zona sono presenti varie specie di funghi (porcini, rositi, ovuli, galletti). Il sentiero anticamente era una mulattiera importante per raggiungere Serra San Bruno e Pizzo sul Tirreno, presso il cui porto arrivavano le navi che importavano il merluzzo secco (lo “stocco”), che per questa via poi veniva portato a dorso di mulo a Mammola. La vecchia mulattiera in direzione Passo Limina-Passo Croceferrata è stata trasformata in una arteria chiamata “Strada di Cresta”.

Monte Scifo e Borgo Chiusa, arrivati alla rotonda della Chiusa si prosegue a piedi verso il Borgo Chiusa, caratteristico borgo rurale. Si imbocca la pista Tripitita che arriva alla frazione di Aspalmo. Lungo la strada alcuni sentieri portano sul Monte Scifo, salendo la pendice della montagna si giunge in cima. Il panorama è sulla costa jonica reggina, visto che il Monte è la massima altura affacciata al mare.

La gastronomia mammolese

La stupenda attrattiva della Gastronomia Mammolese è rappresenta dalla storia dei vari popoli che hanno vissuto in questo vasto territorio: rispecchia le caratteristiche dell’antica cucina montanara e contadina, ricca e gustosa, che trae origine dalle varie dominazioni subite nel corso dei secoli.

La cucina mammolese assai saporita, tiene conto delle tradizioni e della ricchezza dei prodotti, offrendo numerosi e svariati piatti ottenuti con ricette antiche che si tramandano da generazioni. Naturalmente tutti i piatti sono sempre accompagnati dal sapore piacevole del piccante peperoncino e conditi con l’olio extravergine locale, che con la genuinità degli ingredienti dei prodotti della terra naturali e biologici, viene oggi denominata dieta mediterranea.

Tra le tipicità troviamo il famoso Stocco (pescestocco o stoccafisso), cucinato in vari modi secondo le tradizionali ricette mammolesi: una vera leccornia, un fiore all’occhiello di tutte le pietanze prelibate che l’arte culinaria locale possa offrire al quale ogni anno il 9 agosto è dedicata la tradizionale Sagra dello stocco.
Altri appuntamenti gastronomici sono:
- la Festa del fungo e dei prodotti della montagna, il tutto in un gustoso assaggio di funghi raccolti nel vasto territorio mammolese, cucinati in vari modi, accompagnati da castagne, caldarroste, fagioli, noci e fichi secchi, vini locali, e tante bancarelle che vendono prodotti tipici del luogo;
- la Festa della Ricotta affumicata con degustazione e vendita nelle piazze del borgo medioevale. Per ottenere questa prelibatezza si usano ancora tecniche molto antiche ed artigianali dove l'ingrediente principe è il latte di capra di razza indigena e la ricotta fresca viene leggermente salata e poi affumicata.