Platì è un comune italiano di 3704 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Origini del nome
Secondo la tradizione locale, l’etimologia di Platì risale alla voce prata cioè prati. In greco Platus significa luogo ampio, largo.
Informazioni:
Sito istituzionale:
www.comune.plati.rc.it
Il Territorio
Il paese è situato a nord-est di Reggio Calabria, ad un’altitudine media di 300 metri sul livello del mare, sulla sponda sinistra della Fiumara di Platì.
Il comune è compreso nel Parco nazionale d’Aspromonte.
Il territorio comunale, tra i più vasti per estensione nella provincia, comprende le frazioni di Lauro, Senoli, Gioppo e Cirella quest’ultima la più popolosa tra le frazioni e famosa per la suggestiva Cascata dello Schioppo con un salto di 30 metri (a 360 m s.l.m.).
La Storia di Platì
Platì è paese di matrice feudale, fondato agli inizi del XVI secolo (un documento contenuto presso l’Archivio di stato di Locri e relativo alle visite pastorali ne attesta l’esistenza già intorno alla metà del 1500 con il nome di Prati). Fu fondato sotto la signoria della famiglia Spinelli – nobili napoletani e principi di Cariati che lo ottennero a seguito di concessione fatta dal re Ferdinando il Cattolico – che lo governarono fino all’eversione della feudalità tra il 1806 e il 1808. Caratterizzato da una suggestiva posizione geografica montana, essendo incastonato in una maestosa vallata al centro dell’Aspromonte orientale, è circondato da una selvaggia natura e retto da un’economia agricolo-pastorale con notevoli squilibri nella distribuzione della ricchezza e conseguente forte stratificazione sociale.
La grande vallata su cui oggi poggia il centro cittadino si formò a causa del terremoto nel 1638, mentre un secolo dopo, nel 1783, Platì fu quasi totalmente distrutta da un secondo evento sismico che sconvolse gran parte della Calabria. Dal 1806 al 1816 fece parte della Provincia della Calabria Ulteriore e nel 1809 fu istituito dai Francesi come Comune autonomo, includendo in esso anche il territorio di Cirella, fino al 1895 frazione di Benestare. Fino al 1860 fece parte del Distretto di Gerace.
Altro cataclisma naturale che colpì il centro abitato fu il terremoto del 1908, che con epicentro tra Reggio e Messina, ebbe una forza tale da causare danni ingenti anche sino a Platì. Il 18 ottobre 1951 il centro fu colpito dalla violenta alluvione che interessò l’Aspromonte orientale, causando la devastazione di parte del paese e la morte di 18 abitanti. All’indomani del tragico evento, l’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi si recò in visita a Platì assicurando una pronta risposta del governo al dissesto idro-geologico. L’alluvione determinò un esponenziale aumento dell’emigrazione – già iniziata a fine Ottocento verso le Americhe – con migliaia di platiesi che raggiunsero USA, Canada, Argentina, Australia e Nord Italia.
Scoprire Platì
Il centro storico del paese è caratterizzato dalle stradine. Nel corso degli anni, inoltre, lo sviluppo edilizio ha fatto sì che sorgessero molte nuove abitazioni. Per questa ragione gran parte delle costruzioni hanno foggia moderna. Ma le chiese e i palazzi gentilizi che costellano il centro storico conservano ancora atmosfere di tempi passati. E in più una natura incontaminata invita a salutari passeggiate all’aria aperta.
Oltre al caratteristico centro storico, a Platì possiamo ammirare:
Chiesa di Santa Maria Assunta
La chiesa di Santa Maria Assunta è l’unico edificio di culto che sorge nel borgo di Cirella; è posta nella zona sud del centro. Non si conosce con esattezza la data di costruzione, ma il primo impianto risale, molto probabilmente alla seconda metà del 1600, essendo attestato un economo nel 1677. È una costruzione con struttura portante in muratura di pietrame e tetto con capriate lignee con copertura esterna in coppi. È presente una cupola con copertura in rame. La pianta è di tipo longitudinale a tre navate con transetto senza bracci e due torri laterali in linea con il prospetto principale rivolto a sud-est. All’esterno è intonacata e non presenta peculiari caratteristiche architettoniche; in facciata si aprono tre ingressi, uno per ogni navata, che danno direttamente sulla stretta piazza antistante l’edificio. Se all’esterno la chiesa non si presenta con evidenze architettoniche, è al suo interno che manifesta le sue caratteriste più salienti, tanto che «Mons. Giancarlo Maria Bregantini (già Vescovo della Diocesi di Locri-Gerace) ha definito la chiesa “una delle più belle della Diocesi”». La navata centrale è conclusa da un’abside semicircolare dove si trova l’altare pre-conciliare con una artistica mostra d’altare nella quale è collocata la statua dell’Assunta a cui è dedicata la chiesa. Davanti a questo altare è stato poi posizionato quello rivolto al popolo. Le due navate laterali terminano con due cappelle quadrangolari, quella a sinistra dedicata alla Madonna del Monte Carmelo e quella a destra a San Rocco, ambedue gli altari sono sormontati da artistiche mostre con le relative statue. Ma è «un esteso e fitto ciclo decorativo in stucco bianco su fondi colorati, che richiama per ricchezza e fantasia lo stile barocco», con cui è ornata, che rende la chiesa meritevole di attenzione da un punto di vista artistico. La cupola, il tamburo, gli archi che li reggono, il catino absidale, l’arco trionfale, gli archi di ingresso alle cappelle laterali, le loro coperture, il cornicione marcapiano, sono tutti finemente decorati. I putti e le testine alate, i decori floreali, le foglie d’acanto, i cartigli manifestano un forte potere di attrazione sul visitatore. Inoltre l’edificio conserva al suo interno diverse statue, in legno, in gesso, in cartapesta, in particolare è conservata una statua lignea, secolo XVII-XVIII, dell’Immacolata di pregevole fattura appartenuta alla chiesetta rurale dell’Immacolata, distrutta dal terremoto del 1783.
Chiesa della Madonna del Rosario
Detta anche di San Pasquale dall’omonima via in cui si trova, edificata nel 1720 e restaurata ai primi del 1900.Presenta una facciata modesta nella quale si apre il portale rettangolare sormontato da una monofora rettangolare corredata da vetri policromi. A sinistra si eleva una torre campanaria. L’interno della chiesa, a unica navata, è decorata con stucchi di bianco e di verde e numerosi affreschi. Particolare il soffitto che reca un dipinto raffigurante la Madonna del Rosario. La zona absidale, custodisce il tabernacolo variamente decorato che ospita la statua della Madonna.
Chiesa di Maria SS. di Loreto
Antica chiesa ubicata proprio nel cuore del centro abitato. Edificata alla fine del Settecento, ha subito numerosi danneggiamenti, ad esempio nell’alluvione nel 1951, e relativi restauri, da ultimo quello del 2005.La sua facciata è scandita da alte lesene dotate di capitello decorativo. Nella parte centrale si apre il portale ad arco in pietra che dà accesso all’interno della chiesa. A tre navate, divise da arcate sorrette da pilastri marmorei, custodisce la statua della Madonna di Loreto con il Bambino nel tabernacolo posto dietro l’altare maggiore.
Monumento alle vittime dell’alluvione
Realizzato nel 2009 dall’allora Commissario prefettizio in carica.
Monumenti ai caduti platiesi delle due guerre mondiali
Il primo si trova all’inizio della Via XXIV Maggio ed è stato realizzato negli anni settanta dalla allora amministrazione comunale; l’altro è situato all’ingresso della stazione dei Carabinieri, lungo la Via Roma, all’entrata del centro abitato.
Necropoli Romana
Rinvenuta fortuitamente nelle campagne del piccolo borgo alcuni anni fa.
Palazzo Oliva
Imponente palazzo che si eleva su tre piani corredati da balconi in ferro battuto e finestre con cornice ad arco. Il portale d’ingresso conserva lo stemma gentilizio sulla chiave di volta.
Palazzo Furore
In piazza mercato. È un antico palazzo che si eleva su tre livelli di cui due fuori terra. La facciata principale è caratterizzata dalla presenza di balconi in ferro battuto. Il portale d’ingresso è ad arco in pietra martellata.
Palazzo Galatti
Si trova all’entrata del paese. Si eleva su tre livelli. In tutte le pareti perimetrali si aprono finestre con cornici a bassorilievo e finestre con ringhiere in ferro battuto. Il portale è rettangolare in muratura.
Palazzo Mercurio-Galatti
È ubicato nel cuore del centro abitato. Si eleva su due livelli caratterizzati dalla presenza di balconi con ringhiera in ferro battuto. Il portale è ad arco in pietra lavorata e dà accesso in un cortile. Qui una scala in pietra conduce ai piani superiori dove le stanze conservano parte degli arredi originari.