San Pietro di Caridà è un comune Italiano di 994 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.
Origini del nome
San Pietro di Caridà è il nome scelto nel 1928 per il nuovo comune nato da una fusione tra i già esistenti comuni, istituiti nel 1811, di Caridà e San Pier Fedele, quest’ultimo precedentemente chiamato San Pietro fino al 1863, che nei secoli precedenti era stato un casale dipendente da Caridà insieme con Charopoli, oggi nota come Garopoli. Mentre San Pietro è un termine agionimico legato al santo, a cui è anche dedicata la chiesa di San Pier Fedele, il nome Caridà deriva dal greco Caris (charis), termine usato per indicare un luogo caritatevole, ricco di misticismo e di venerazione.
Informazioni:
Sito istituzionale:
www.sanpietrocarida.asmenet.it
Il Territorio
Il comune è situato ai piedi del Monte Crocco, al confine con la provincia di Vibo Valentia. Tipico paese collinare dell’entroterra calabrese, incorniciato da folti boschi e attraversato da vari ruscelli.
Il comune di San Pietro di Caridà comprende un territorio di 48,08 km² ; il paese capoluogo, noto anche semplicemente come Caridà, è situato a circa 325 metri sul livello del mare. L’altitudine minima è di 63 m, mentre la massima raggiunge i 1260 m.
Il territorio, in prevalenza collinare con ampie aree boschive, è caratterizzato da una marcata discontinuità, ed è attraversato da numerosi corsi d’acqua, tra cui i fiumi Fermano, Marepotamo, Metramo e i torrenti Maranina, Cicciarella, Fiumarolo, Melanda e Torno; d’interesse paesaggistico sono considerati il Fosso dei Morti e la valle Carýa. Ricade nel territorio del comune, oltre che in quello di Galatro, a circa 900 m di altitudine, la diga del Metramo.
L’irregolarità e la presenza nel distretto sismico denominato Le Serre, rendono il territorio ad alto rischio sia sismico sia idrogeologico; la ricchezza di corsi d’acqua oltre a costituire un’importante risorsa espone infatti il comune a eventi alluvionali.
Caridà, insieme con la vicina San Pierfedele, è attraversato dalla strada provinciale 4, ex strada statale 536 di Acquaro. Tenendo conto della sede municipale, è il comune più a nord della provincia di Reggio Calabria. Confinante con i comuni di Serrata, Dinami, Laureana di Borrello, Fabrizia, Arena e Galatro, è parte della piana di Gioia Tauro, della Comunità Montana Versante Settentrionale e del Parco Antropico di Galatro.
Il comune comprende cinque frazioni: le vicine San Pierfedele e Garopoli, Corruttò e le località montane di Misimizzi e Prateria.
La Storia
Nato nella seconda metà del 900 d.C., nell’età bizantina, il villaggio di Caridà, anticamente detto anche Charidà, sorgeva nell’attuale zona denominata Largo dei Nobili, arrivando presto a comprendere un’area che si estendeva tra le attuali vie Chiesa matrice, Vittorio Emanuele, Vico castello e Diaz, circondata da un’alta muraglia.
L’età feudale, durante la quale era assoggettato al Principato di Mileto, vide Caridà soggiogarsi a diverse famiglie nobili, tra le quali Sanseverino, Lauria e Ruffo di Montalto. Dal 1421 rientrò tra i possedimenti dei Marchesi d’Arena, dal 1505 passò alla famiglia dei Mendoza, e, dal 1593 al 1806, anno in cui fu abolito il sistema feudale, fu dominata dai De Sylva principi di Eboli. Lo “Stato di Caridà” aveva giurisdizione anche sui vicini casali di San Pietro e Garopoli, anticamente noto come Charopoli. Durante tali secoli non mancarono periodi di malcontento e di proteste contro i baroni; in particolare fu di rilievo la protesta del 1751 dell’allora sindaco contro la principessa di Mileto, “illustre duchessa dell’Infantado”, grazie alla quale è rimasta testimonianza delle varie vessazioni esercitate dai feudatari nei relativi atti civili.
Già riconosciuto come universitas dal ‘600, nel 1799, con l’applicazione del nuovo ordinamento istituzionale del generale Championnet, fu compreso nel cantone di Tropea. La legge francese del 19 gennaio 1807 confermò lo status di università, o luogo, il cui governo locale era gestito da un decurionato; la stessa legge assegnò il territorio al governo di Laureana e riconobbe come università anche il vicino centro di San Pietro. Con il decreto del 4 maggio 1811, istitutivo di comuni e circondari, Caridà e San Pietro, che incorporò anche Garopoli, divennero comuni autonomi. Dopo tale riordino amministrativo attuato sotto il Regno di Napoli, Caridà era quindi parte del circondario di Laureana di Borrello, nel distretto di Palmi della provincia Calabria Ulteriore Prima.
Tra il 1862 e il 1863, per essere rimasti “fedeli” ai Borboni e alla sua stessa autonomia, mettendo in atto anche moti contro Caridà, San Pietro cambiò nome in San Pier Fedele, che divenne presto più nota come San Pierfedele, ossia con la variante di Pietro, Pier, attaccata all’aggettivo. Il 22 marzo 1928 San Pier Fedele fu tuttavia incorporato in Caridà, dando vita al nuovo comune di “San Pietro di Caridà”.
Arte e cultura
Monumenti e luoghi d'interesse
Del Castello rimangono resti poco significativi che non consentono di ricostruirne l’impianto architettonico. Fu fatto edificare da Ruggero il Normanno e fu ristrutturato e potenziato sotto gli Angioini e gli Aragonesi. I violenti terremoti del 1638 e del 1783 lo hanno quasi completamente distrutto.
Nel centro storico di Caridà sono considerati di rilievo artistico:
- Palazzo Prostimo
- Palazzo Merigliano
- Palazzo Rosia
- Palazzo Moricca
- Palazzo Cavallari. Oggi sede municipale, la struttura in pietra è stata ristrutturata negli anni 2000.
In Largo dei Nobili, la zona più antica del paese, è sita un'antica fontanina. Fuori dal centro abitato non mancano antichi frantoi e mulini.
Oltre al classico monumento ai caduti, percorrendo la strada principale, è possibile notare la presenza di una statua di Padre Pio e una dedicata a Santa Maria Immacolata, entrambe installate negli anni 2000, che testimoniano la religiosità della popolazione e il misticismo del territorio, nel quale prima del disastroso terremoto del 1783 sorgevano anche due conventi.
Il comune di San Pietro di Caridà è vicino al parco naturale regionale delle Serre. Ricadono nel territorio comunale:
-L'area dall'alta valle del fiume Metramo al piano di Calcinara (o Castagnara), caratterizzata da faggi e pini, con sottobosco di pungitopo, incorniciata da una vegetazione di lecceta con sottobosco di erica e ginestra. È situata nella zona della frazione di Prateria e della diga, al confine con il territorio comunale di Galatro, ad un'altitudine compresa tra gli 870 e i 950 m.
-La Riserva Naturale Biogenetica Marchesale (versante meridionale), la quale interessa anche il territorio comunale di Dinami, è vicina all'area turistica di Mongiana, a circa 1.130 m di altitudine. Meno importante rispetto ai versanti occidentali e orientali della riserva, la vegetazione è composta da una fitta fageta con sottobosco di agrifoglio.