Comune di Caulonia

Caulónia (/kau’lonia/, Kaulonia in greco-calabro, /Ko’lonia/) è un comune Italiano di 6.722 abitanti della città metropolitana di Reggio Calabria.

Origini del nome
L’origine del nome dell’odierna Caulonia risale all’antica Kaulon, le cui rovine si trovano presso il sito marino del comune di Monasterace. Ma un tempo si supponeva che fosse questo il sito archeologico della greca città. Secondo la tradizione, Kaulon, situata nei pressi di Punta Stilo, era stata fondata dagli Achei. Fu conquistata e poi distrutta da Siracusanei primi decenni del IV secolo A.C. I suoi abitanti vennero deportati nella patria dei conquistatori e il suo territorio venne annesso a quello di Locri. L’odierna Caulonia, nota dall’anno Mille, prima dell’Unità di Italia si chiamava Castelvetere.

Informazioni:

Sito istituzionale:

www.www.comune.caulonia.rc.it

La Storia

Età Medievale
Castelvetere, nome dell’antica Caulonia, sembra sia o di origini bizantine o tardo-romane. Il documento più antico che fa menzione di Castelvetere è del 1087ed è in una notizia riguardante Ariberto Asciutti e nel 1150 dove papa Eugenio III affermava che nella giurisdizione del Monastero di SS. Trinità e San Michele di Mileto facessero parte le tre chiese di Castelvetere: San Nicola, San Giovanni e Santa Maria.

Età Moderna
A partire dalla fine del XV secolo la famiglia nobiliare dei Carafa ha in possesso il territorio di Caulonia. Nel 1750 i cittadini si ribellarono al Carafa a causa dei suoi soprusi, da come si evince dagli atti notarili del tempo. Nel gennaio dello stesso anno ci fu un’alleanza di mutua difesa tra il ceto dei gentiluomini, delle maestranze e degli ecclesiastici.

Età contemporanea
Nel 1863 dopo due anni dalla nascita del regno d’Italia, il comune di Castelvetere cambia nome in Caulonia in onore dell’antica Kaulon poiché si valutò erroneamente che l’antica colonia achea sorgesse tra le fiumare Amusae e Allaro. Solo pochi decenni dopo l’archeologo Paolo Orsi trovò l’esatta ubicazione dell’antica Kaulon a Punta Stilo, nel comune di Monasterace smentendo di fatto la precedente localizzazione. Il 6 marzo 1945 sotto la guida del sindaco di Caulonia, Pasquale Cavallaro, insegnante elementare iscritto dal 1943 al partito comunista, nacque la cosiddetta Repubblica Rossa di Caulonia, di brevissima durata. Scaturisce dalle proteste e dai tumulti messi in atto dai contadini, soggetti ancora a potenti proprietari terrieri. La scintilla scatta con l’arresto di Ercole Cavallaro, figlio del Sindaco, accusato di furto da un notabile. La rivolta si estende in poco tempo anche ai comuni limitrofi, anche se durerà appena cinque giorni, poiché il 9 marzo viene già sedata. In quel breve lasso di tempo i contadini, protagonisti della rivolta, proclamano più volte la repubblica e istituiscono un esercito popolare e un tribunale del popolo. Inizialmente viene sostenuta dal PCI locale; successivamente, dopo l’uccisione del bracciante Ilario Bava e del parroco Gennaro Amato, i rivoltosi vengono isolati e rapidamente disarmati. Il 15 aprile 1945 Cavallaro si dimette da sindaco.Tutti i partecipanti alla sommossa furono accusati davanti al tribunale di Locri di costituzione di bande armate, estorsione, violenza a privati, usurpazione di pubblico impiego e omicidio. Ottantaa persone furono picchiate in carcere e due morirono per le torture subite.

Il territorio

Il territorio comunale comprende sia l’antico centro storico di Caulonia Superiore che innumerevoli frazioni tra le quali la più importante è Caulonia Marina. Il territorio del comune parte dal mare, passando per zone collinari, fino a toccare i monti delle Serre dove raggiunge circa 1241 metri di altezza. E’ il terzo comune per estensione più grande della Provincia di Reggio Calabria dopo la stessa Reggio Calabria e San Luca. Sulle Serre troviamo una flora ricca di lecci, castagni, abeti e pini. Degradando verso la collina troviamo la tipica macchia mediterranea, mentre sulla costa il terreno argilloso si presenta da una parte e con agrumeti dall’altra. Il territorio è attraversato dalle fiumare Allaro, Amusa e Precariti. L’Allaro è situato sulla sinistra di Caulonia mentre l’Amusa sulla destra e il Precariti fa da confine con il Comune di Placanica e con il Comune di Stignano.

Caulonia, scorcio

Cascata di San Nicola

La frazione di Caulonia Marina è  situata lungo la strada statale 106  tra la frazione riacese di Riace Marina a sinistra e Roccella Jonica a destra. E’ collegata al comune di Caulonia con la strada provinciale 88, da cui dista 7,31 km; nasce dopo l’alluvione del 18 ottobre 1951 in località Caulonia Scalo. Altre frazioni sono: Agromastelli, Calatrìa, Campoli, S.Nicola (Ai Nikòlas) in cui è ubicato il Monastero di Sant’Ilarione, Ursini; in passato furono tra le più prosperose e solo a partire da fine Ottocento col fenomeno dell’emigrazione cominciarono a svuotarsi. Le altre frazioni sono: Cufò (Kufò), Focà (Fòka) e Crochi (Kròki), ed in quest’ultima è situato il Santuario della Madonna di Crochi. Vengono invece definite borgate, località ancora più piccole delle frazioni e che ancor di più hanno subito il fenomeno dell’emigrazione facendo in modo che venissero completamente abbandonate: Vasì, Calatria, Gozza, Popelli, Pezzolo, Obile, Strano, Cufò, Candidati, Stefano, Cosentina, Zija, e poi ancora Passo Serra, Ruvetto, Vipari, Cerasare, Schiavo, Giardino, Carri, Stinco, Bottonera, Barone, Zomino, Marano, Casiglie, Donna Cecca, Frauzzo, Liserà, Dimilio, Colle del Mastro, Fratelleri, Crochi, Furca, Gremi, Filicusa, Calojeri, Stramerca, Ficara, Gangalo, Carpinuso, Tuzzo, Cantile, Vignali, Cugliaraso, Migliuso, Vaccarizzo, Tre Donne, Sorgente, Limbìa, Anoia, Belvedere, Casavetere, Vincilago, Calamandre, S. Domenica, Vallone Percia, Abatigiala, Pignara. Le borgate della Ziia e di Campoli fino all’Ottocento facevano parte del Polo siderurgico di Mongiana erano rispettivamente un centro minerario e un luogo con la presenza di ferriere.

Monumenti e luoghi d’interesse

  • Caulonia, scorcio

    Il centro è un borgo di collina, formato da un intreccio di numerosi vicoli molto stretti e particolarmente acclivi chiamati vinedi. Si erge su un vero e proprio cocuzzolo collinare, che rende la città simile ad una roccaforte, e che la circonda di dirupi, dette timpi. Piazza Mese, piazza Seggio e piazza Baglio, erano in passato, rispettivamente il centro religioso, politico e commerciale del paese.

Piazza Mese

Architetture religiose

  • Chiesa dell’Immacolata Concezione o del Carmine
  • Questa, sede dell’omonima arciconfraternita, faceva parte anticamente del distrutto convento degli agostiniani. La chiesa ha una facciata, recentemente restaurata, delimitata lateralmente da doppie lesene affiancate su cui poggia il cornicione e il timpano. Unici elementi decorativi il grande portale e la soprastante nicchia dove è affrescata l’Immacolata. Addossato sulla fiancata sinistra della chiesa è il bel campanile di forma settecentesca, di recente restaurato anche nei suoi squillanti colori tipici dell’architettura meridionale dei sec. XVIII e XIX. La chiesa all’interno, abbellita con stucchi verso la fine del ‘800, è ad unica navata con quattro altari laterali, due dei quali risalgono al ‘700. La volta a botte, decorata con stucchi, presenta al centro un grande dipinto ovale datato 1933 e firmato dal pittore napoletano G.M. Girosi raffigurante la proclamazione del dogma dell’Immacolata. Sempre del settecento è la balaustra in marmi mischi che separa la navata dal presbiterio. Sull’altare vi è una statua dell’Immacolata in marmo bianco che il Frangipane ricordava come di scuola siciliana del sec. XVIII. Di notevole pregio artistico è la statua lignea del “Cristo alla Colonna” del sec. XVIII, che nel modellato e nell’espressione patetica ricorda la grande tradizione scultoria napoletana del seicento. Interessante è anche la statua lignea dell’Immacolata, verosimilmente di bottega serrese del XVIII e XIX sec. La statua, in origine, presentava altri elementi scolpiti in legno: nuvole, angeli, ed un abbondante manto, che vennero eliminati e sostituiti con un vestito e un manto di stoffa affinchè si rendesse più agevole il trasporto per le processioni.
  • Chiesa del Santo Rosario
  • Chiesa del Santo Rosario

    La chiesa del SS. Rosario  affonda le origini in un convento Domenicano, distrutto dal terremoto del 1783, della cui struttura rimane solo qualche traccia a ridosso della nuova chiesa. In questa comunità domenicana, si dice, abbia trovato asilo, in momenti difficoltosi di vita, il sommo filosofo Tommaso Campanella. La chiesa sorge attualmente nel cuore di Caulonia sopra una roccia, da cui si gode un suggestivo panorama. Le linee architettoniche del tempio sono di stile barocco e si possono ammirare le cornici lavorate a mano che ornano tutto l’interno della chiesa nonchè le imponenti colonne che sono distribuite con un logico ed artistico criterio. Pur essendo di antica fondazione, in essa vi è installata l’arciconfraternita omonima che è stata eretta nel 1790 ed approvata dalle autorità ecclesiastiche l’anno successivo, come risulta dal Reale Assenso del 20 luglio del 1791. La chiesa, che aveva l’altare maggiore privilegiato ad septemnium, è stata completamente restaurata alla fine del XIX secolo. Assieme a quella dell’Immacolata, questa chiesa è una delle più belle del reggino.

Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta

  • Chiesa Matrice di Santa Maria Assunta Il complesso architettonico costituito dalla chiesa e dalla torre campanaria, così come appare anche nell’incisione pubblicata dal Pacichelli nel 1703, oltre a costituire una delle emergenze architettoniche della città, è ancora, tramite il sotto- passaggio del campanile, un nodo urbanistico importante nella viabilità cittadina. La Chiesa, dedicata a Maria SS. dell’Assunta, venne fondata in epoca medioevale, rifatta in periodo rinascimentale , nel 1513 , grazie al marchese D. Vincenzo Carafa. All’esterno mostra quelle che sono le diverse caratteristiche stilistiche del tempo: ad una composizione di tipo medioevale , con cupola ad embrici , tipica delle costruzioni sacre calabresi del ‘600 e ‘700 e chiaramente ispirate a modelli più antichi di origine bizantina sul tipo della cattolica di Stilo , si contrappone un portale cinquecentesco, sormontato da stemma con le armi Carafa in marmo bianco di Carrara , forse dei primi anni del secolo XVI. L’interno è a tre navate, divise da sei pilastri, con tetto a capriate, eseguito di recente durante i lavori di restauro. Sotto l’arcata mediana di destra della navata centrale vi è ancora il pulpito ligneo del sec. XVIII. Nell’abside sono gli stalli in legno di noce, dove una scritta sulla parte alta ricorda che furono eseguiti nel 1757 su committenza dell’arciprete Annibale Passarelli. Sul fondo si erge il monumento funerario di Giacomo Carafa, primo barone sempre del suo casato di Castelvetere.
  • Chiesa di Santa Maria dei Minniti, si apre su una grande piazza e si apprezza per la facciata in stile tardi barocco. Realizzata dal nobile Minniti, dal quale prende il nome, fu completamente distrutta dal terremoto del 1783 è trasferita nella chiesa del convento di Santa Maria di Valverde. La facciata è di stile tardo barocco di derivazione napoletana ed il portale in granito porta la data del 1768.
    L’interno ad unica navata con stucchi del Settecento presenta sul primo altare della parete di sinistra la tela con S. Anna, la Vergine, S. Carlo e altri Santi.
  • Chiesa di San Biagio
  • Vecchia Chiesa di San Zaccaria

    Il Cristo bizantino

    Quella di San Zaccaria era una delle chiese più antiche di Caulonia. Da un antico manoscritto si rileva che questo “tempio del culto” è stato fondato da un ebreo di nome Simone  “per essere stato illuminato da San Zaccaria ad abbracciare la fede cristiana”. Di questa antichissima chiesa oggi rimane soltanto un affresco bizantino in una piccola abside che sovrastava l’altare maggiore, nella quale sono raffigurati  il Cristo benedicente con a fianco la Madonna e San Giovanni Battista nell’atto di intercedere per i peccatori al momento del giudizio universale. Allo stato attuale l’affresco è al centro di un intervento conservativo.

  • Chiesa di San Michele
  • La chiesa di San Michele è una delle numerose chiese che nel corso dei secoli sono state prima frequentate dai fedeli e successivamente, per mancanza di sacerdoti, sconsacrate e chiuse al culto.
    Si trova a metà strada lungo la discesa che da Piazza Mese, attraversando il varco sotto il campanile della Chiesa Matrice, porta ad incrociare via Vincenzo Niutta.
    È ad unica navata, mentre la sacrestia è posta a destra di chi entra dall’ingresso principale.
  • Chiesa dei Santi Silvestro e Barbara
  • E’ una delle circa cinquanta chiese che si registrano nel XVI secolo in Castelvetere; essa occupa topograficamente una posizione privilegiata sull’omonimo slargo. E’ di forma semplice, con una sala rettangolare e l’abside semicircolare. Resta particolarmente interessante la facciata con il portale sormontato da grande finestrone. Una targa, con su scritto i nomi dei santi titolari della chiesa, riporta la data 1896, anno di ricostruzione della facciata.
  • Eremo di Sant’Ilarione
  • L’eremo di Sant’Ilarione è ubicato nella frazione di San Nicola di Caulonia, a circa 15 Km dalla foce del fiume Allaro. La struttura, che si erge su di uno sperone di roccia di natura granitica, è composta da più corpi di fabbrica con tetto a falde, disposti lungo l’asse est-ovest, accostatisi fra loro secondo una serie di ampliamenti successivi e caratterizzati da altezze diverse (fino a 5 piani), seguendo la pendenza della roccia. A est, è collocata la chiesa con l’adiacente sacrestia, raggiungibile dalla lunga gradonata, lambita sul lato sinistro dal romitorio. Gli alzati, forati da semplici finestre rettangolari, sono realizzati in pietra. La chiesa, ad aula unica con volta a botte lunettata, ha la facciata con terminazione a due spioventi ed è affiancata dal campanile. 

    La vita di Ilarione, patriarca dei monaci di Palestina e nato a Gazaverso il 295 d.C., è arrivata fino a noi grazie alla “Vita Hilarionis” scritta da San Girolamo.
    Da quel racconto si apprende che Ilarione, dopo gli studi compiuti ad Alessandria d’Egitto, decise di condurre vita eremitica nei pressi della sua città di origine.
    La sua fama lo portò al pellegrinaggio in Egitto, Sicilia, Dalmazia e infine a Cipro, dove morì verso il 371.Il suo culto si è diffuso in Calabria con la venuta dei monaci greci nei secoli VIII-X.
    Dal secolo XVII è patrono principale di Caulonia ed è festeggiato il 21 ottobre. L’Eremo in origine era composto da una semplice torretta affiancata da una cappella e ben presto si è ingrandita.

    L’ultimo ampliamento risale al 1725. La chiesa è stata in seguito notevolmente rimaneggiata nel 1932. Durante gli ultimi decenni, l’eremo è stato mantenuto in vita da un gruppo di fedeli cauloniesi particolarmente legati al loro Santo. Dal 2003 è guidato dall’eremita diocesano di origine francese Frédéric Vermorel, al quale occorre rivolgersi per l’ospitalità, intesa come occasione di vivere la ricerca quotidiana di Dio. La casa è stata resa agibile agli ospiti che possono trascorrere all’Eremo un periodo di preghiera.

Monastero di Santa Maria di Prima Luce

  •  Monastero dei Cappuccini fondato da Girolamo Caraffa nel 1541secondo il Fiore. Fu danneggiato e soppresso nel terremoto del 1783. Nel 1799 reintegrato e nuovamente soppresso dai francesi nel1811, nel1816divenne un convento per i noviziati infine restituito nel 1824e soppresso ulteriormente nel1863, ceduto al comune, diventa quindi un cimitero.
  • Monastero della SS. Annunziata
  •  Monastero dei Domenicani fondato da Livio Spinelli e soppresso nel 1811dai francesi. Fu affidato successivamente alla confraternita del SS. Rosario
  • Monastero della Madonna del Carmine
  • Monastero dei PP. Agostiniani venne soppresso dopo il terremoto del 1783.
  • Monastero di Santa Maria di Valverde
  • Monastero delle Carmelitane fu fondato da Roberto Filmangeri nel 1262; danneggiato anch’esso dal terremoto del 1783 fu anch’esso soppresso e riaperto nel 1796 e chiuso dai francesi nel 1811. La chiesa venne data alla parrocchia di Santa Maria dei Minniti.

Architetture civili

  • Porte urbiche di Caulonia

Le porte d’ingresso della città rimaste fino ad oggi sono:

Porta Sant’Antonio o del Salvatore, in arenaria.

Porta Allaro

Porta Pusterla, collegata alle mura del castello, in pietra e mattoni.

Porta Amusa, la porta degli orti e della strada lungo il fiume Amusa.

Porta Allaro, la più piccola, in pietra e mattoni, rivolta verso la costa sulla via del fiume Allaro e sulla sua foce.

  • Castello Normanno

Il castello, che forse – come asserisce qualcuno – dette il nome alla città e del quale non si conosce il fondatore, fu residenza di Malgeri d’Altavilla. Costruito, comunque, in stile normanno, fu successivamente abitato dalla famiglia Carafa. In seguito al trasferimento a Napoli dell’ultimo marchese Carlo Maria Carafa, l’antico baluardo fu sede dei castellani fino a quando il terremoto, che interessò la Calabria nel 1783, non lo ridusse in “condizioni penose”. “Il castello era di figura esternamente irregolare, in parte vallato da un fosso manofatto, fortificato con scarpa e controscarpa, circondato da alcuni torrioni e nei vani anteriori munito con pietre vive e cancelli di ferro”. Munito di milizie e di artiglieri che potevano porre resistenza anche a nemici ben organizzati, il castello era separato dalla piazza da un fosso “manofatto”: il collegamento avveniva tramite un ponte elevatoio. lI castello, vero fortilizio, con fossi, ponte, cortine e baluardi, piazza d’armi e ritirata, aveva dei cortili e retrocortili spaziosi, una chiesa decorevole, moltissime stanze che permettevano ai soldati e alla servitù di vivere comodamente e dei grandi magazzini per la conservazione dei prodotti alimentari.
Nell’aprile del 1842 i ruderi del castello risultavano di proprietà di un certo Ilariantonio Taranto che, dopo aver coperto il fosso e reso fisso il ponte levatoio, impiantò un filatoio di seta, che durò pochissimo.
Nel 1897 i ruderi del castello, passati a nuovi proprietari (famiglia Gallo), passarono ulteriormente a quella degli Scalisi e così via fino alla famiglia D’Amato, la quale ancora oggi gode del privilegio di abitare all’ombra del vetusto baluardo normanno, le cui vestigia sono ancora ben visibili.

  • Torre Camillari
  • Torre Camillari

    È una delle 72 torri fatte costruire da Fabrizio Pignatelli, lungo il litorale calabrese, per far fronte alle continue incursioni saracene. La torre, costruita tra l’Amusa e l’Allaro su un’altura prospiciente l’attuale abitato di Caulonia Marina, viene comunemente detta dei “Camillari”. Il servizio di sorveglianza ed avvistamento doveva essere prestato da tutti i cittadini dai 15 ai 60 anni, divisi per contrade. In caso di improvviso sbarco dei saraceni, i cittadini che in quel momento erano di guardia dovevano effettuare dei segnali convenuti. Sulla collina che la ospita, la Soprintendenza Archeologica della Calabria ha rinvenuto resti di muri e di anfore greche risalenti al V sec. a.C. La tipologia delle anfore, adibite al deposito di derrate alimentari, fa pensare a un insediamento di tipo strategico, ipotesi ulteriormente suggerita dalla posizione dell’insediamento rispetto al litorale.

  • Da vedere alcuni palazzi signorili, con portali, corti interne, ricchi giardini e preziosi arredi di pregiata fattura artistica. Tra le ville private più importanti da menzionare l’elegante Villa Campisi, circondata da giardini e chiostri di notevole interesse non solo dal punto di vista architettonico ma anche botanico e officinale.

Eventi

  • La processione del Caracolo di Caulonia

L’appuntamento più atteso dell’anno a cui è vietato mancare. La processione del Caracolo di Caulonia rappresenta il momento clou di tutta la Settimana Santa nel piccolo borgo della Locride. Il rito  che si celebra da secoli ogni sabato santo affonda le sue radici nella dominazione spagnola.  La processione prende il suo nome dall’arabo kharara, girare, e si svolge secondo un rituale che le due arciconfraternite che ne sono protagoniste hanno conservato immutato nel corso dei secoli. L’arciconfraternita dell’Immacolata e quella del Rosario sfilano per il paese, si incontrano in un punto detto buveri e da lì fanno strada insieme verso Piazza del Mese e la Chiesa Matrice. Il corteo è molto lento e avanza seguendo un incedere che potrebbe sembrare casuale ma è il frutto di passi secolari, studiati e conservati nel corso di centinaia di anni per rendere questa emozionante processione un momento sospeso nel tempo, identico a se stesso dal momento della sua nascita.

  • Kaulonia Tarantella Festival

Dal 1999 nel mese di agosto lo splendido borgo antico di Caulonia si scalda al ritmo frenetico della tarantella, danza tradizionale comune in tutto il sud italia, che costituisce un patrimonio culturale inestimabile, sempre vivo e in fermento. Il festival, che con i suoi spettacoli porta in piazza ogni anno più di 35mila persone, è ormai una realtà italiana di punta per la tarantella e sul suo palco si sono esibiti ospiti di prestigio del calibro di Eugenio Bennato e artisti come Mimmo Cavallaro. Al festival si affiancano i laboratori del Tarantella Power, durante i quali professionisti del settore insegnano a chi si dimostri interessato come ballare la tarantella, cantare a tempo e suonare strumenti tradizionali come la lira calabrese. Tutti i laboratori sono gratuiti e costituiscono un’esperienza unica per comprendere il ritmo di queste terre e scatenarsi in danze sfrenate e senza tempo.

  • Festa della Madonna di Crochi
  •  Le celebrazioni che si svolgono ogni anno negli ultimi tre giorni della seconda settimana di settembre sono annualmente capaci di richiamare migliaia di fedeli. Il santuario fu edificato tra il XVI e il XVII secolo per volere del nobile Vincenzo Carafa, in una posizione diversa da quella attuale. Una leggenda narra che il tempio sarebbe stato costruito come ex voto dal Carafa in ringraziamento al presunto miracoloso riacquisto della parola da parte della figlia. Un’altra versione vuole l’edificio sorto in seguito all’apparizione ad un eremita della Regina degli Angeli, che avrebbe richiesto l’edificazione di una chiesa in suo onore. L’edificio crollò a seguito di scosse di terremoto e di una esondazione della fiumara. Fu ricostruito più a monte nel 1877 per volere del bracciante Domenico Circosta, e divenne parrocchia il 14 agosto 1914 per comunità della frazione di Crochi, ad opera di Giorgio Francesco Delrio. La festa unisce, oltre al culto per la Madonna, un forte senso folcloristico. Sino a metà degli anni Sessanta, la sera della vigilia vi era la competizione tra decine e decine di falò. La manifestazione civile, pur con il trascorrere del tempo, conserva sempre il fascino del mercato artigianale. Nella fiera primeggiano ancora i manufatti e le primizie locali. Tipica è la sagra della carne di capra, una peculiarità  alla quale, negli ultimi anni del secolo scorso, si è aggiunta quella della caddara con le sue frittole e le salsicce, vendute crude o cotte alla brace. All’alternarsi di gruppi folkloristici e di cantanti più o meno famosi, la notte del sabato lo spettacolo si chiude con la ballata del ciuccio e gli immancabili e suggestivi fuochi pirotecnici. A promuovere il tutto, festa religiosa e civile, è un apposito Comitato che, anno dopo anno, con i fondi raccolti cerca di migliorare quello che è sempre più un vero evento per il territorio.
  • Festa di S. Ilarione Abate
  • La festa patronale è il 21 ottobre.

Economia

Allo stesso modo dei limitrofi comuni del litorale, il paese vive principalmente di turismo, visto il mare che la bagna, nel 2022 ottiene la bandiera blu. Nei mesi estivi, infatti, il paese si anima, ed arriva ad accogliere una popolazione fluttuante più che doppia rispetto ai residenti invernali, ravvivando l’ambiente urbano.