Comune di Palmi

Palmi (Pàrmi in calabrese) è un comune italiano di 17.842 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria.

La città è un attivo centro agricolo, commerciale e balneare, nonché località principale dell’area geografica conosciuta come Piana di Palmi o Gioia Tauro.

Origini del nome

Circa le origini del nome dato a Palmi è costante la tradizione, nei secoli susseguiti alla sua fondazione, che abbia assunto tale denominazione a causa delle numerose palme che sorgevano nel suo territorio; tant’è che con l’indicazione De Palmìs, Ruggiero I conte di Calabria specificava di concedere la chiesa di San Georgium, nel 1085, alla Chiesa di Santa Maria e dei XII Apostoli di Bagnara Calabra. Dominus Palmae venne chiamata invece dal barone lacobus De Roto di Seminara nei registri angioini del baroni di Calabria del 1333 mentre, nei secoli seguenti, gli antichi notari si servirono dell’espressione Civitas Palmarum per indicare Palmi. La quale, nel secolo XVI, da Gabriele Barrio venne chiamata Parma mentre da Fra Lando Alberti venne nominata come Palma. Carlopolì venne pure denominata nel secolo suddetto, in onore del duca Carlo Spinelli che la ricostruì fortificata dopo una devastazione saracena, tanto che nel 1567 sono riportati l’appellativo di oppidum (a conferma della fortificazione) e di Palma nunc Carlopolis ipotizzando che la nuova Carlopoli fu costruita accanto al vecchio centro abitato. All’inizio del XVIII secolo, la città venne detta ordinariamente Palme, nome che prevalse sempre fino al nuovo assetto del regno di Casa Savoia (1860), in cui si stabilì definitivamente il nome Palmi.

Informazioni:

Sito istituzionale:

www.comune.palmi.rc.it

Territorio

Palmi sorge sul mar Tirreno, a ridosso delle pendici del Monte Sant’Elia, su un terrazzamento che sovrasta un tratto di Costa Viola.

Gran parte del territorio comunale è formato da una serie di terrazzamenti collinari che degradano rapidamente sul mare tramite un sistema di falesie, piccole spiagge e scogliere. Su un terrazzamento a quota 228 metri s.l.m. si trova il centro storico con la casa comunale mentre, in un altro terrazzamento posto più a nord ed avente altezza di circa 100 metri s.l.m., è ubicata la frazione di Taureana. La restante parte della superficie comunale è costituita, a sud, dal Monte Sant’Elia (582 metri s.l.m.) e, a nord-ovest, da un territorio pianeggiante su cui sorgono i quartieri balneari costituenti il Lido di Palmi.

Oltre il territorio comunale, a nord, si estende la seconda zona pianeggiante per ampiezza della Calabria che prende, tra gli altri, il nome di Piana di Palmi.

Il corso d’acqua principale è il fiume Petrace, che segna il confine nord-est del territorio comunale, dalla località Pontevecchio fino alla sua foce sul mar Tirreno.

La punta più ad ovest è denominata Capo Barbi, e da questo promontorio inizia la Costa Viola. Il nome deriva dal fatto che il mare, a poca distanza dalla linea di costa, raggiunge elevate profondità facendo assumere all’acqua un colore blu cupo che il sole, al tramonto, colora con riflessi viola. Poco più a sud di Capo Barbi vi è la punta Motta.

Tutta la costa di Palmi, nella quale si trovano la baia della Marinella e la baia della Tonnara, è arricchita da grotte marine e costiere, da spiagge e da scogli. Tra le prime vi sono la grotta delle Sirene, la grotta dell’Arcudace e la grotta Perciata. Le spiagge sono quelle della Marinella, di Trachini, della Tonnara e di Pietrenere-Scinà mentre gli scogli principali sono lo scoglio Trachini, Pietra Galera, lo scoglio dell’Isola e gli scogli Agliastro. Tra questi ultimi vi è il celebre scoglio dell’Ulivo, sulla cui sommità è cresciuto, nei secoli passati, un albero di olivo.

Una parte del territorio comunale rientra nell’elenco delle Zone di Protezione Speciale e dei Siti di Interesse Comunitario della Regione Calabria.

La Storia

Il territorio comunale fu abitato fin dall’Età del bronzo, come testimoniato dai rinvenimenti ottenuti negli scavi condotti nella Grotta della Pietrosa o dai resti di capanne scoperti a Taureana di Palmi. Dal IV secolo a.C , e fino al X secolo, nel territorio comunale si sviluppò la città di Tauriana. Sulla sua fondazione, alcune leggende narrano di una possibile colonizzazione achea dell’area. Altre ipotesi storiche ricollegano la nascita della città alla seconda metà del IV secolo a.C., quando dei gruppi brettii, nello specifico i «Tauriani», si resero autonomi dai lucani, raggiungendo e conquistando una parte della Calabria meridionale La città è segnalata in atti ufficiali di età successiva, quando Tito Livio asserisce che nel 212 a.C., in occasione della Seconda guerra punica, nel Bruttium vi fu il passaggio dei Taureani sotto la protezione di Roma. Nell’alto medioevo la città crebbe d’importanza diventando sede vescovile.

Nel 951 Tauriana venne distrutta dalle milizie dell’emiro di Palermo Hasan Ibn Alì e, fuggendo, la parte dei taurianensi dedita ai traffici ed alle arti marinaresche si stabili nella parte alta della costiera, tra il monte Aulinas ed il fiume Metaurus, nella contrada De Palmis dove vi erano alcune case coloniche.

Dei primi secoli di vita del piccolo villaggio di Palmi (Palmae in latino), casale di Seminara, sono giunte ai giorni nostri poche informazioni. Si narra che da Palmi il conte Ruggero I di Sicilia radunò l’armata normanna per muovere alla conquista della Sicilia. Dagli inizi della dominazione normanna, fino al principio del XIII secolo, le uniche notizie riguardano le vicende che accompagnarono i conventi di Sant’Elia lo Juniore e di San Fantino. Le dimensioni dell’abitato nel Trecento dovevano essere contenute, dato che la chiesa di San Nicola era l’unica esistente.

Si rifugiò a Palmi, nel 1495, il re Ferdinando II di Aragona dopo aver subito una sconfitta a Seminara contro le truppe del generale Robert Stuart d’Aubigny.

Il centro abitato fu colpito nel 1549 dai pirati saraceni e distrutto interamente. Pertanto il feudatario duca Carlo Spinelli, decise di riedificare la città fortificandola. In seguito alla sua ricostruzione la città crebbe ulteriormente d’importanza attirando tutti i traffici marittimi delle coste meridionali della Calabria.

Indipendente da Seminara nel 1632, nel XVII secolo la città si sviluppò urbanisticamente ed economicamente grazie all’attività commerciale dei suoi abitanti ed al marchese Andrea Concublet che le istituì una “fiera”. Le mura ad est vennero abbattute per permettere l’unione con i nuovi agglomerati che venivano a formarsi, in conseguenza dell’aumento di popolazione. Sempre nel XVII secolo il tessuto urbano, fino a quel momento costituito da rioni distanti tra di loro, si concentrò intorno ad un nodo principale formato dalla nuova” piazza del Mercato”.

Nel XVIII secolo Palmi attraversò il periodo più florido della sua storia, fino a quando fu colpita dal Terremoto della Calabria meridionale del 1783 che la distrusse completamente provocando circa 1.400 morti. La ricostruzione della città avvenne seguendo parzialmente il Piano Regolatore redatto dall’ing. De Cosiron.

La città venne posta a capoluogo di distretto nel 1806. Nel 1860 avvenne lo sbarco di Giuseppe Garibaldi e della spedizione dei mille alla Marina di Palmi, e l’evento fece mettere in fuga il numeroso presidio borbonico presente in città. Con l’Unità d’Italia, il distretto venne abrogato e Palmi fu posta a capo dell’omonimo circondario (abolito nel 1927). Nel 1894, la città fu epicentro di un terremoto che produsse numerose rovine e 9 morti.

Nel 1908 Palmi venne nuovamente distrutta, quasi nella sua totalità, dal violento terremoto del 28 dicembre, che provocò nella sola città calabrese circa 600 morti. Il centro abitato venne ricostruito su progetto dell’ing. Pucci, stravolgendo completamente l’assetto urbano del secoli passati. La ricostruzione, che interessò tutta la prima metà del XX secolo, rese gradevole l’aspetto della città, con l’uniformità delle volumetrie, con il gusto neoclassico dei nuovi edifici e con la realizzazione di monumenti ed opere d’arte.

Il secondo dopoguerra vide lo sviluppo cittadino nel settore terziario, ponendo Palmi come principale polo amministrativo, direzionale e scolastico del versante tirrenico della provincia grazie all’istituzione di scuole di secondo grado, strutture di forze armate, strutture sanitarie e giudiziarie e sedi di altri enti pubblici e privati. Nel 1998 fu istituito dalla Provincia di Reggio Calabria il Circondario della Piana, rinominato nel 2008 Circondario di Palmi.

Arte e cultura

Monumenti e luoghi d’interesse

Architetture religiose

Architetture civili

Altri palazzi e ville di interesse sono il Palazzo Bovi, imponente edificio con mura rosse e aperture in marmo bianco al cui interno vi nacque Nicola Antonio Manfroce, il Palazzo Mezzatesta, sulla cui facciata principale è collocata un’edicola con una riproduzione della Madonna del Carmelo a ricordo dell’evento miracoloso del terremoto del 1894 ed il Palazzo Rossi, antico edificio in stile liberty, nel quale lo scrittore Leonida Repaci ambientò un suo romanzo.

Teatri

Fontane monumentali

In città vi sono alcune fontane monumentali, realizzate dal XIX secolo ad oggi. L’elenco è il seguente:

  • Fontana della Palma (1922)

La Fontana della Palma fu costruita verso la metà del 1600 dal feudatario e benefattore Andrea Conclubet Marchese d’Arena, per alleviare la sete dei suoi sudditi. L’ acqua nasceva dalla sorgente dell’Olmo ed arrivava fino al centro della Città. Nel 1888 fu abbattuta per aver perso la funzione per la quale era stata costruita ed oggi i suoi resti si trovano nei giardini della Casa della Cultura. Nel 1914, per iniziativa dell’avvocato Luigi Lacquaniti fu costituito un comitato al fine di ricostruire la Fontana. Però a causa della prima guerra mondiale, la sua realizzazione si ebbe dopo ben otto anni, tale ritardo fu dovuto anche al fatto che parte della popolazione riteneva che in quel luogo doveva rinascere nuovamente la Chiesa Madre crollata dopo il terremoto del 1908.

Il 15 ottobre 1922 la nuova fontana monumentale, progettata dall’architetto Jommi e costruita dal professor Giovanni Sutera, venne consegnata alla Città di Palmi con una cerimonia inaugurale. La fontana è in stile barocco berniniano moderno, la vasca è di granito. Lo stesso giorno dell’inaugurazione della fontana entrò in vigore il nuovo acquedotto cittadino che venne denominato Acquedotto Vina e che risolse il problema di carenza idrica in città. 

Nel 1977 la fontana fu oggetto di una emissione filatelica con tiratura limitata ed inserita nella serie «Fontane d’Italia», grazie al palmese Antonino Zappone.

  • Fontane dei Canali (1838)
    Manufatto posto in
    piazza Lo Sardo che serviva a convogliare le acque provenienti dalle contrade Olmo e Vitica, da cui prendono il nome le varie fontane. Il monumento è stato ristrutturato nel 2011 dall’Associazione Prometeus, con l’inserimento di immagini bronzee raffiguranti scene cittadine e contadine dei secoli passati, ad opera degli artisti Fabio Belloni, Maurizio Carnevali e Achille Cofano
  • Fontana monumentale (XX secolo)
    Sorge in
    piazza Matteotti e al suo centro è collocata una colonna romana proveniente dai ruderi dell’antica Tauriana
  • Fontana Muta (XX secolo)
    Opera ubicata nel rione Ajos
    sa, in piazza Carmine Fiorino, composta da un muro di sostegno davanti il quale, centralmente, è collocata la fontana mentre ai due lati di quest’ultima partono due scalinate per accedere al soprastante rione Pille
  • Fonte di San Rocco (2010)
    Opera dell’artista Maurizio Carnevali su progetto dell’architetto Bagalà, ubicata nell’omonima piazza. La fontana riproduce una scultura bronzea di San Rocco adagiato, con il cagnolino, nell’atto di abbeverarsi
  • Madonna con Bambino (2013)
    Ultima realizzata, in ordine di tempo, e collocata sul
    lungomare Costa Viola del Lido di Palmi, dalla quale si innalza una stele con la rappresentazione stilizzata di una Madonna con Bambino

Architetture militari

Monumenti

Il monumento principale è il monumento ai Caduti (1932), opera realizzata dall’artista Michele Guerrisi ed inaugurata con una cerimonia alla quale parteciparono Umberto di Savoia e Maria José del Belgio. Il monumento, ubicato in piazza Municipio, é costituito da un gruppo scultoreo con base in blocchi di granito a forma di croce greca, sui quali sorgono due gruppi di figure in bronzo. Il primo gruppo è formato da un soldato ed un fante. Il secondo gruppo è rappresentato da due madri unite nel dolore e nella fede. Alle loro spalle vi sono due colonne di marmo bianco di Carrara. Alla base delle colonne sono incisi i nomi dei 203 cittadini di Palmi caduti durante la Grande Guerra. Sempre nella piazza sorge il monumento al Lavoro (2013), scultura in marmo bianco e acciaio realizzata da Maurizio Carnevali. L’opera rappresenta una palma, simbolo della città. Nel marmo sono incise raffigurazioni del lavoro e della famiglia. Poco distante, in piazza Pentimalli, è ubicato il mausoleo di Francesco Cilea (1962), opera realizzata anch’essa da Michele Guerrisi e dall’architetto Nino Bagalà per ospitare la salma dell’artista palmese. Il mausoleo è costituito da una parete in muratura sulla quale sono disposti dei bassorilievi con raffigurazioni di scene del mito di Orfeo ed Euridice, il tutto attorno ad una scultura bronzea che rappresenta la musa Erato. Il mausoleo contiene una cripta decorata da mosaici contenente le spoglie dei coniugi Cilea. Sopra di esso vi è un piccolo orologio a ricordo dell’antica torre distrutta, con lo sbancamento di parte del rione Spirito Santo, per realizzare l’opera.

Dal suddetto mausoleo, risalendo la via Buozzi, nel belvedere Gi.Sa è collocato il monumento a San Francesco d’Assisi (1987), scultura bronzea realizzata dall’artista Susan Loeb Luppino, per conto della Sovraintendenza per i beni storici. La statua, posizionata su una base in pietra e marmo con intorno una fontana e un piccolo giardino, rappresenta il santo con le braccia aperte in segno di protezione verso la città, essendo la stessa posta in un luogo panoramico da cui si può ammirare il centro cittadino e il mar Tirreno. Nella Villa Comunale busto del musicista Manfroce opera scolpita dallo scultore Vincenzo Jerace. Riscendendo nel centro storico, in piazza del Carmine, vi sono alcune opere monumentali. La principale è l’Obelisco alla Madonna del Carmine (1983), alta stele di granito sulla cui cima vi è collocata una statua in bronzo della Madonna del Carmine, realizzata dalla ditta De Luca di Napoli in concomitanza con il bicentenario del terremoto del 1783. La stele fu squadrata da maestri d’arte locali. Gli altri monumenti della piazza sono due leoni in bronzo, posti all’ingresso del santuario, raffiguranti uno «il terremoto» e l’altro «la fiducia del popolo nella protezione da parte della Madonna», ed una colonna di marmo, reperto storico provenienti dai ruderi dell’antica Tauriana.

Al di fuori del centro storico, nel belvedere Managò sulla cima del Sant’Elia, è collocato un complesso monumentale composto da: il monumento a Domenico Antonio Cardone, una grande croce di ferro (illuminata di notte e visibile da tutta la piana) ed il monumento delle tre croci (XX secolo). Il monumento delle tre croci fu realizzato ad inizio del XX secolo e rappresenta tre croci bianche, con quella centrale più grande, a ricordo del monte calvario dove Gesù venne crocifisso. Il monumento subì una parziale distruzione durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale per essere ricostruito nel 1949, a cura del corpo cantonieri comunali. Nel 2014 il complesso è stato oggetto di restauro ad opera del Rotaract Club di Palmi.

In contrada Acqualive vi è un’edicola dedicata alla Madonna del Carmine chiamata «Croce dei morti», avente principalmente una valenza storica commemorativa, mentre nel piazzale Trodio è collocato dal 2014 il Monumento alla Varia di Palmi, realizzato anch’esso da Maurizio Carnevali.

Completa l’elenco dei monumenti cittadini una serie di busti in marmo, collocata all’interno della Villa comunale Giuseppe Mazzini, di personaggi nazionali e locali del passato. Tra questi vi sono Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele III e Nicola Antonio Manfroce.

Punti panoramici

«Dalla cima del Sant’Elia, dalla balconata a mare della Villa Comunale, dalla gradinata della Torre, si gode un panorama che non è secondo a nessuno dei più famosi centri della riviera amalfitana» (Leonida Repaci)

I punti panoramici della città sono molti, grazie alla conformazione del territorio comunale. Difatti in molti siti sono collocati dei belvederi dai quali è possibile ammirare tutta la costa tirrenica compresa tra Capo Vaticano e lo stretto di Messina (la costa siciliana è spesso visibile fino al vulcano Etna) e, sullo sfondo del mar Tirreno, le isole Eolie. Per questo, in passato, molti scrittori e poeti hanno definito Palmi una “terrazza sullo Stretto”.

Il punto panoramico principale è il Belvedere Managò, posto sulla sommità del monte Sant’Elia, costituito da una serie di balconate realizzate con ringhiere e scale sopra i vari costoni della montagna. Da esso sono visibili tutte le zone suddette, oltre al sottostante centro cittadino e alla Piana di Palmi. Lo stesso panorama è ammirabile, però da un’altitudine minore, anche dal Belvedere Torre, dalla Punta Motta e dalla villa comunale Giuseppe Mazzini. Altri punti panoramici sono collocati a Taureana di Palmi. Precisamente dalla via del Mare, dalla strada provinciale Palmi-Taureana e dal Parco Archeologico dei Tauriani si può ammirare la sottostante rada del Lido di Palmi, dov’è collocato il Porto di Palmi e lo Scoglio dell’ulivo. Anche la baia dove sorge la Marina di Palmi offre punti panoramici, dalla strada che conduce alla frazione; difatti da essa è possibile ammirare sia la sottostante spiaggia in ghiaia bianca, sia gli speroni di roccia del sovrastante bastione montuoso del monte Sant’Elia.

Archeologia

I siti archeologici del territorio sorgono principalmente sulle rovine dell’ antica Tauriana e lungo la costa. Il più importante di essi corrisponde al Parco Archeologico dei Tauriani “Antonio De Salvo”, inaugurato a Taureana nel 2011 nell’area dove avvengono scavi archeologici, in modo sistematico, dal 1995.

All’interno del parco, oltre alla Torre Saracena, sono evidenziabili i resti di un teatro che aveva una capacità di oltre 3.000 spettatori, una strada romana che conduceva alla via Popilia, un santuario romano conosciuto come “la casa di Donna Canfora”, una “Casa del mosaico” risalente al I secolo a.C., un quartiere abitativo nel quale è possibile leggere la sovrapposizione delle strutture romane su quelle brettìe ed un villaggio protostorico con capanne risalenti all’Età del bronzo (4.000 anni fa).

Non lontano dal parco si trova il Complesso di San Fantino, luogo di culto monastico del 1857 adibito attualmente a museo. Il complesso è costituito dalla chiesa ottocentesca, dai ruderi di una chiesa del 1552, da alcune tombe e dalla cripta di San Fantino, luogo di culto cristiano più antico della Calabria.

Testimonianze dell’epoca medievale sono anche le Grotte di Pignarelle, vicino al rione Impiombato, che formano un insediamento rupestre di origine monastica bizantina, realizzato dagli stessi monaci tra l’VI secolo e IVI II secolo, scavando nell’arenaria. Il complesso è formato da alcune grotte, delle quali la maggiore risulta avere una forma di basilica a tre navate con corridoi laterali che formano un incrocio a forma di croce greca, ed alcuni cunicoli.

Dello stesso periodo, databile quindi all’età imperiale, è anche la Necropoli di Scinà, composta da 64 tombe con corredi funerari aventi datazione del II secolo- III secolo e di epoca tardo antica o alto medievale. Nella necropoli furono rinvenuti oggetti ceramici e monete bronzee.

Testimonianza dell’età preistorica è invece la Grotta della Pietrosa, cavità formata da un unico grande ambiente ipogeo nel quale risulta una frequentazione umana fin dall’Età del Bronzo e del periodo elladico, come dimostrato dalle ceramiche in essa rinvenute.

Aree naturali

Tradizioni e folclore

Festività religiose

Di seguito viene proposto l’elenco completo delle festività religiose secolari svolte nel centro cittadino:

  • Festa del Santissimo Crocifisso (XVII secolo),il 3 maggio;

  • Festa di Sant’Antonio di Padova (XIX secolo), 13 giugno;

  • Festa di Maria Santissima del Carmelo (XVII secolo),il 16 luglio;

  • Festa di Maria Santissima del Soccorso (XVI secolo),il 5 agosto;

  • Festa di San Rocco e “corteo degli spinati’ (XVI secolo),il 16 agosto;

  • Festa di Maria Santissima della Lettera e della Varia di Palmi (XVI secolo),l’ultima domenica di agosto, a cadenza pluriennale;

  • Festa di San Nicola, il 6 dicembre;

  • Festa di Maria Santissima Immacolata (XVII secolo), l’8 dicembre.

Nelle frazioni invece sono celebrate le seguenti festività religiose:

  • Festa di Sant’Elia (XIX secolo),il 20 luglio sull’omonimo monte;

  • Festa di san Fantino (VI secolo, ma ripristinata nel XXI secolo), il 24 luglio a Taureana di Palmi con processione a cavallo con cavalieri in costumi d’epoca;

  • Festa di Maria Santissima dell’Alto Mare (VI secolo), l’ultima domenica di luglio a Taureana di Palmi, con trasporto a mare dell’effigie della Vergine da Pietrenere fino allo Scoglio dell’ulivo;

  • Festa di Maria Santissima della Montagna (XX secolo), il 2 settembre sul Monte Sant’Elia.

Tutte le feste religiose cittadine sono accompagnate al mattino dalla “sfilata dei Giganti”. I Giganti sono due alte figure di cartapesta che vengono portate a spalla per le strade e le piazze facendole roteare su sé stesse a simulazione di un ballo e al suono incalzante dei tamburi. Una rappresenta un guerriero saraceno di nome Grifone mentre l’altra una donna bianca di nome Mata. I Giganti di Palmi furono esposti nel 1987, su richiesta della Regione Calabria, al Museo di antropologia ed etnografia di Torino in rappresentanza della cultura e delle tradizioni della Calabria. Sempre la Regione, nel 2015, ha fatto sfilare i Giganti a Milano lungo i viali di Expo 2015, nella “settimana del protagonismo calabrese”. Nel corso degli anni i Giganti di Palmi hanno avuto modo di “danzare” anche in altre città, come ad esempio Foligno, Venezia ed ancora Milano (1990).

Infine, tra le tradizioni folcloristiche della città vi è la particolarità del giorno in cui viene festeggiato il carnevale. Difatti a Palmi il carnevale viene celebrato la domenica successiva al mercoledì delle Ceneri, in periodo quaresimale. L’evento, che prende il nome di “Ottava di Carnevale”, è tra l’altro il principale carnevale della città metropolitana di Reggio Calabria ed uno dei più importanti della regione. La festa, che risale al XIX secolo, probabilmente deve la sua particolarità alla scelta di attirare persone, e quindi di aumentare il commercio locale, in una domenica nella quale non era più celebrato, nei centri vicini, il carnevale. L’evento vede la partecipazione di carri mascherati provenienti da ogni parte della Calabria e dalla Sicilia.

Musei