(Rìggìu in dialetto reggino; Righi in greco dì Calabria)
Reggio Calabria è un comune italiano di 173.873 abitanti capoluogo dell’omonima Città Metropolitana, in Calabria.
Primo comune per popolazione e unica Città Metropolitana della Regione, oltreché sede del Consiglio Regionale della Calabria, è capofila della cosiddetta Grande Reggio, agglomerazione urbana che raccoglie i vari comuni della sponda calabrese dello stretto di Messina.
Insieme all’area metropolitana di Messina, rappresenta il cuore dell’area metropolitana dello Stretto, una conurbazione frutto della continuità urbana, forte integrazione sociale ed economica tra i comuni delle due sponde dello stretto.
Reggio Calabria possiede un museo archeologico nazionale, uno tra i più importanti in Italia, custode delle più importanti collezioni di reperti della Magna Grecia e dei Bronzi di Riace, divenuti tra i suoi simboli identificativi.
Città più antica della Calabria greca, nonostante la sua storia trimillenaria – Pnyiov fu un’importante e fiorente colonia magnogreca – si presenta con un impianto urbano moderno, conseguente alla ricostruzione operata all’Indomani dei catastrofici eventi sismici del 28 dicembre 1908, i quali distrussero gran parte dell’abitato.
Informazioni:
Sito istituzionale:
www.reggiocal.it
La Città
Nel corso dei secoli alcuni eventi distruttivi, sia naturali che causati dall’uomo, hanno profondamente cambiato l’aspetto di Reggio Calabria, che oggi si presenta come una città moderna principalmente per effetto delle ricostruzioni avvenute dopo il sisma del 1908. Molte opere d’arte ed edifici realizzati nei secoli precedenti sono andati perduti, tuttavia la città conserva esempi monumentali di pregio e antiche vestigia che testimoniano la sua storia.
Il centro storico è in prevalenza caratterizzato da palazzi in Stile liberty, senza soluzione di continuità. Si trovano anche esempi di architettura neogotica come la Villa Genoese Zerbi, affacciata sul lungomare e con un vasto giardino interno.
In stile neoclassico sono il teatro Francesco Cilea e il Duomo, ricostruito secondo uno stile neoromanico-ecclettico con un’ampia scalinata e tre portali d’ingresso. In stile eclettico è il Palazzo Mazzitelli. Altri luoghi d’interesse sono la chiesa di San Giorgio al Corso in stile razionalista e la Casa del Fascio, che oggi ospita la sezione staccata del TAR della Calabria.
Diversi sono anche gli edifici in stile moderno come la Torre Nervi, il Palazzo di Vetro di Sant’Anna, il centro direzionale cosiddetto Palazzo CE.Dir., il nuovo Palazzo di Giustizia ancora in costruzione e la Cittadella universitaria. In stile futurista si rinviene in particolare Palazzo Campanella.
Circa a metà del corso principale si trova la via Giudecca, quasi interamente rivestita con un marciapiede mobile provvisto di copertura in vetro, che permette di raggiungere senza difficoltà la parte alta e la parte bassa della città.
Sempre nel quartiere Pentimele è presente il Palazzo Serpentone (in precedenza sede della Scuola superiore della Pubblica Amministrazione), un complesso di edifici interamente curvilinei che ricordano un serpente.
Nel contesto urbano, inoltre, emergono alcune vestigia storiche di rilievo quali il Castello Aragonese, in parte distrutto dal tempo e dall’uomo, che si colloca nella parte alta della città: la sua struttura originaria era composto da quattro torri e un fossato, mentre oggi restano soltanto le due torri esposte a sud-est ed è sede di esposizioni temporanee. In origine la cinta muraria della fortezza racchiudeva anche la Chiesa dogli Ottimati, importante chiesa normanno-bizantina del X secolo in perfetto stato di conservazione, nelle immediate adiacenze ospita il collegio dei gesuiti che l’amministrano.
Accanto alla via Giudecca si trova la chiesa di S. Maria della Cattolica, meglio conosciuta come Cattolica dei Greci, riedificata nel 1876 in stile neoclassico: è la concattedrale cittadina ed è amministrata dal protopapa cittadino. Del 1691 è la chiesa di Santa Maria delle Grazie, anche nota come chiesa della Graziella, opera in barocco calabrese sopravvissuta a due devastanti terremoti.
La città ricalca una costruzione a pianta greca ed è attraversata da alcune vie trasversali che ne caratterizzano lo sviluppo, in particolare, nella costa prospiciente il canale di Sicilia è stato edificato il lungomare Falcomatà, una passeggiata di circa 2 km sviluppata su tre livelli. Data la sua ampiezza, all’interno si collocano diverse strutture come l’Arena dello Stretto, collocato al centro della passeggiata a mare.
Nel livello intermedio, attraversabile sia a piedi sia con mezzi di trasporto, sono ubicate tre delle principali strutture di trasporto cittadini: da nord verso sud, si trova il porto, rimodernato nel 2018, che ospita i collegamenti veloci con la Sicilia tramite aliscafi e traghetti. A pochi metri dal porto è collocata la stazione Lido, che permette di usufruire della metro Tamburello che collega il territorio metropolitano da Rosarno a Melito Porto Salvo.
All’estremo sud si colloca la stazione Centrale, principale scalo ferroviario della città, permette di accedere alla metropolitana, di usufruire dell’interscambio con bus metropolitani, di linea e taxi ed è servita da collegamenti ferroviari a lunga percorrenza (ferrovia ionica e tirrenica) e ad alta velocità (ferrovia tirrenica).
Nel terzo livello, noto anche come via Marina alta, si sviluppa un’area verde integrata nel tessuto urbano che ospita diverse piante e alberi rari. Al suo interno sono presenti ben tre siti archeologici, nella zona nord è stata ricostruita una tomba ellenistica con annessa area sacra.
Spostandosi in direzione sud si trovano, a breve distanza tra loro, le mura greche, resti delle fortificazioni difensive cittadine e le terme romane, ruderi di uno tra gli otto impianti termali presenti in città in epoca Romana, con resti di pavimento musivo a piccole tessere bianche e nere.
Il sito delle terme romane è tra le poche testimonianze giunte ai giorni nostri del periodo in cui la città di Rhegium Julium fu Civitas Confoederata di Roma e prosperoso Municipium dell’impero romano in Magna Grecia: probabilmente l’area interessata dall’impianto termale è di gran lunga più estesa della zona visitabile del sito stesso.
Nel centro città, parallelamente al lungomare, vi è il corso Vittorio Emanuele III, lunga arteria interamente pedonale caratterizzata da un sistema a piazze nevralgiche nelle quali si affacciano alcuni dei più importanti edifici cittadini.
Da nord, la prima è piazza De Nava, di fronte alla quale si trova il Museo Archeologico Nazionale, proseguendo s’incontra piazza San Giorgio, prospiciente l’omonima chiesa, per arrivare subito dopo nel centro ove si trova piazza Italia, nella quale si concentrano quattro delle principali istituzioni cittadine: il teatro Francesco Cilea, Palazzo San Giorgio, la casa comunale, il Palazzo della Prefettura e Palazzo Alvaro, sede della Città metropolitana.
Da considerare che presso il teatro è ospitata la Pinacoteca Civica con una notevole collezione di opere d’arte, tra cui due tavole rinascimentali di Antonello da Messina risalenti a metà ‘400. La piazza ospita inoltre degli scavi ipogei, visibili anche dall’alto grazie a lucernai che si affacciano direttamente sulla piazza e narrano la millenaria storia di Reggio.
Successivamente si giunge a piazza Camagna, caratterizzata da una scalinata monumentale che porta al Castello. Immediatamente dopo si trova piazza Duomo, interamente restaurata, nella quale si affaccia la Cattedrale cittadina e la casa natale di Umberto Boccioni.
Nella parte finale si colloca la villa comunale Umberto I, un insieme di giardini pubblici polmone verde della città, e piazza Garibaldi, attualmente in fase di riqualificazione, sulla quale si affaccia la stazione Reggio Calabria Centrale.
In verticale la città, essendo ubicata su di un terreno collinare-montuoso, è attraversata dalle c.d. vie cannocchiale, la cui particolarità è che dalla cima è possibile vedere, come se si stesse guardando da un cannocchiale, lo Stretto e gran parte dell’abitato, in una visione particolarmente suggestiva.
La città si caratterizza altresì per diverse piazze, centri di aggregazione della cittadinanza, che, come visto in precedenza, in gran parte si collocano lungo il corso Garibaldi.
Storia
Tra le più antiche città d'Europa, l'antica Rhegion è una delle più antiche colonie greche fondata in Italia meridionale verso la metà dell'VIII secolo a.C. (intorno al 730 a.C.) da genti calcidesi e messeniche.
Il sito dove fu fondata la città era già abitato dagli Ausoni, ricordati da Diodoro Siculo e dagli Enotri citati da Dionigi di Alicarnasso e da Strabone, la cui presenza è attestata dal rinvenimento di tombe in loco. Secondo il mito, fu l'oracolo di Delfi a indicare loro il luogo dove fondare la nuova città: «.Laddove l'Apsias, il più sacro dei fiumi, si getta nel mare, laddove, mentre sbarchi, una femmina si unisce ad un maschio, là fonda una città; (il dio) ti concede la terra ausone»
(Diod. VIII ,23; Strab. VI, 1,6; Her.Lem., Cost. 25; Dion.Hal., Excerpta XIX,2).
Il toponimo, similmente a Roghudi e Riace, viene interpretato come derivato da “Ruha ake”, luogo del vento nelle lingue sumero-accadiche (G. Tripodi, Atti Accad. Peloritana dei Pericolanti, 2012). L'antichità del toponimo è sostenuta da quella del fiume Apsias, derivata da Apsu, l'acqua primordiale nelle religioni mesopotamiche.
Reggio fu una tra le più importanti città della Magna Grecia raggiungendo nel V secolo a.C. una notevole importanza politica ed economica sotto il governo di Anassila che giunse a controllare entrambe le sponde dello Stretto. La polis ottenne un grande pregio artistico-culturale grazie alla sua scuola filosofica pitagorica e alle sue scuole di scultura e di poesia nelle quali si formeranno artisti come Pitagora da Reggio e Ibico.
Divenne alleata di Atene nella guerra del Peloponneso e successivamente fu espugnata dai siracusani di Dionigi I nel 387 a.C. Città autonoma nelle istituzioni governative, Rhegium fu importante alleata e socia navalis di Roma.
Successivamente in età imperiale divenne uno dei più importanti e floridi centri dell’Italia meridionale, essendo tra l'altro sede del Governatore della Regio III Lucania et Bruttii (Regione di Lucania e Bruzio). Era inoltre il capolinea della Via Capua-Rhegium che la collegava a Capua in Campania e attraversava tutto il versante tirrenico meridionale della penisola.
Con la fine dell'impero Romano d'Occidente, divenne roccaforte dell'impero Romano d'Oriente e delle cultura greca in Italia. In epoca tardo antica, dopo la riconquista d'Italia da parte di Giustiniano, avvenuta nel 555 al termine delle guerre gotiche, Reggio divenne capitale del Tema di Calabria e Metropoli religiosa.
Dopo il VI secolo l'amministrazione Greco Romana garantì quattro secoli di sostanziale stabilità economica e culturale. La lingua parlata a Reggio, così come in tutto il Sud della penisola e in Sicilia, era il greco. Gli scambi commerciali e i viaggi dei reggini verso l’Oriente erano all'ordine del giorno, così come avveniva tra le terre siciliane e il resto dell'impero romano. Molti Santi calabresi furono ospiti dei monasteri greci dell'Athos e della corte imperiale a Costantinopoli.
Dal VII secolo iniziano le incursioni arabe sulle coste, che nel corso di un secolo provocheranno lo spostamento verso le colline di molti abitanti della costa ionica con lo spostamento dei centri abitati in zona montana facilmente difendibile. Sorgeranno così le acropoli di Bova, Gerace, Stilo.
Le aree rivierasche verranno ripopolate solo dalla fine del '700.
Al contrario, Reggio, fortificata con un castello, una cinta muraria e diversi avamposti sulle colline, rimarrà città di mare, nonostante i ripetuti attacchi e le temporanee occupazioni, a testimonianza dell’interesse strategico per il controllo militare dello Stretto, e della sua importanza come porto commerciale.
Dalla metà del IX secolo la Sicilia, conquistata dagli Arabi, verrà a trovarsi di fronte alle terre dell'impero Romano, ma i commerci e gli scambi culturali continueranno.
Nel 1060 i Normanni la sottrassero per sempre ai Greco Romani, portandola progressivamente nell'ambito culturale latino sotto l'impulso papale che intendeva estendere il proprio potere sull'intera penisola. Nonostante ciò la cultura greca è sopravvissuta fino ai giorni nostri, la prevalenza dell'ortodossia orientale si è conservata fino al 16° secolo, quando, intorno al 1570, il rito greco fu abolito con la forza. Inoltre, fino al 1570 circa, i monasteri reggini e in particolare il monastero di San Nicola di Calamizzi, produssero una grandissima quantità di manoscritti conosciuti in tutto il mondo per la loro straordinaria qualità (stile o grafia di Reggio).
Purtroppo la città fu spogliata di queste opere, che oggi sono custodite nella Biblioteca apostolica Vaticana a Roma, nella Biblioteca Marciana a Venezia, nella Biblioteca nazionale Austriaca di Vienna, presso il Monastero Sacro di San Giovanni il Teologo a Patmos ed in altre biblioteche nel mondo.
Tramite alterne vicende finì sotto il controllo delle casate spagnole degli Aragonesi e degli Angioni e nel 1282 durante i Vespri Siciliani si schierò al fianco di Messina e delle altre città della Sicilia orientale, con cui condivideva storia, interessi commerciali e culturali, nella rivolta anti-angioina con le forze aragonesi. Successivamente la città venne assegnata al Regno di Napoli nel XIV secolo e ottenne nuovi poteri amministrativi di larga base comunale.
Nel 15° e 16° secolo grazie all'introduzione dell'industrie della seta e dell'agrumicoltura, all'industria dei metalli, alla nascita della stampa tipografica, all'oreficeria, e allo sviluppo dei commerci, si ebbe un lungo periodo di benessere, che continuò, nonostante la cacciata degli ebrei nel 1515, fino alla fine del 1500.
Nei secoli 17°e 18° le frequenti incursioni barbaresche, le epidemie e l'oppressivo fiscalismo della dominazione spagnola portarono Reggio a una decadenza che culminò con il disastroso terremoto del 1783. Il sisma infatti danneggiò gravemente la città e tutta la Calabria meridionale.
Nel 1806 Napoleone occupò la città, destinandola a ducato e a suo quartier generale. Le idee napoleoniche ebbero grandi effetti nella Reggio liberale, al punto da porla al centro di alcuni avvenimenti precursori del moti del 1848, già nel 1847 i rivoluzionari Gian Domenico Romeo e il figlio Stefano tentarono di strappare la città ai Borbone finendo uccisi. Durante quegli anni molti nobili e popolani furono condannati a morte o all'esilio.
La città fu anche protagonista nella spedizione dei Mille, all’alba del 21 agosto 1860 si svolse la Battaglia di Piazza Duomo, all'esito della quale Giuseppe Garibaldi conquistò la città. Il sindaco della città Bruno Antonio Rossi fu dunque il primo del Regno a proclamare la fine del dominio di Francesco II e l'inizio della dittatura del generale Garibaldi. Il quale, a ricordo della battaglia, scrisse:
«Un piede è posto al fin sulle ridenti sponde di Reggio e di novella gloria ornarla fronte gli argonauti invano spesseggian folti incrociatori e invano oste nemica numerosa, il dito di Dio conduce la tirannicida falange e oste e baluardi e troni son rovesciati nella polvere e riede sulle ruine del delitto il santo dell'uom diritto e libertade, e il cielo alla redente umanità sorride.»
(Giuseppe Garibaldi)
Spartiacque nella storia recente della città fu il 28 dicembre 1908, quando Reggio subì uno degli eventi più catastrofici del XX secolo, il terremoto e maremoto che raggiunse magnitudo 7,1 e investì con onde altissime Reggio e Messina distruggendo, devastando e uccidendo nella sua furia qualsiasi cosa incontrasse, solo nella sponda reggina provocò la morte di circa 30.000 persone.
Subito dopo iniziò la ricostruzione della città odierna, con canoni moderni e classica pianta quadrata.
Durante il fascismo la città ospitò diverse strutture militari strategiche per il regime e fu visitata da Mussolini nel 1939. Ciò comportò che le forze Alleate, fra maggio e settembre 1943 dovettero pesantemente bombardare l'abitato per aprire la strada alle truppe dell’8a Armata britannica, in particolare rasero al suolo i quartieri di Santa Caterina, Arangea, Tremulini e Sbarre uccidendo circa 4 000 civili.
Dopo la seconda guerra mondiale la città è cresciuta notevolmente, quasi raddoppiando la sua popolazione fino ai circa 200.000 abitanti, accogliendo molti abitanti del circondario.
Nei primi anni settanta a Reggio si ebbero sconvolgimenti di carattere amministrativo a seguito dei violenti disordini di piazza dovuti alla rivendicazione dello status di capoluogo regionale, che per effetto del nuovo statuto ordinario regionale era stato assegnato a Catanzaro. La cessazione dei disordini fu raggiunta con un compromesso che prevedeva lo divisione delle sedi istituzionali, il governo regionale insediato a Catanzaro, con sede nel Palazzo denominato Cittadella che ospita la Giunta, la Presidenza e gran parte degli uffici amministrativi, mentre il Consiglio regionale venne posto a Reggio Calabria presso Palazzo Campanella.
Verso la fine degli anni '80 ha inizio una timida ripresa della città grazie ad alcuni importanti interventi del governo centrale e del sindaco Italo Falcomatà, il quale, con straordinaria forza d'animo e l'esortazione a "re-innamorarsi di Reggio", riempì gli animi dei cittadini, dando vita ad un periodo di rinascita, avviato con il completamento di diverse opere rimaste incompiute, la lotta al degrado urbano e la creazione di infrastrutture necessarie allo sviluppo del settore turistico.
Inoltre il governo centrale approvò in favore della città il cosiddetto Decreto Reggio che prevedeva degli importanti stanziamenti di fondi per Interventi urgenti per il risanamento e lo sviluppo della città di Reggio Calabria.
Nel 1982 l'Università degli studi di Reggio Calabria (nata nel 1968) diventa università statale, ed oggi prende il nome di Università degli Studi "Mediterranea" di Reggio Calabria e sulle colline di Feo di Vito, a ridosso della città, è stata edificata la Cittadella Universitaria che accoglie tutte le strutture didattiche ad amministrative.
Il processo avviato, sul finire degli anni '80, porterà negli anni novanta, la città a una ripresa socio-culturale. In particolare sono portati a termine i lavori (fermi da più di venti anni) sul lungomare, ammirato e decantato da Gabriele D'Annunzio come "il più bel chilometro d'Italia". Purtroppo la cosiddetta primavera di Reggio si esaurì con l'inizio del nuovo secolo, nonostante il primo decennio veda la nascita di una prima embrionale industria turistica la città, sempre più asfissiata dalla criminalità organizzata, ha iniziato negli anni 2010-2020 uno dei suoi periodi più bui, i cui emblemi negativi sono stati lo scioglimento per contiguità mafiosa il 9 ottobre 2012, a cui seguì l'invio di una commissione prefettizia, l'ultima posizione ottenuta nel 2015 nella classifica nazionale sulla qualità della vita, quale città d'Italia peggiore per il Sole 24 ore, l'incombente dissesto finanziario del comune e la grave crisi nel processo di raccolta e trattamento dei rifiuti che ha comportato all'abbandono dei rifiuti lungo le strade cittadine.
Arte e cultura
Musei
Piazza De Nava, 26
89123 Reggio di Calabria (RC)
Tel. +39 0965 61 39 88 (Centralino)
+ 39 320 71 76 148 (Biglietteria)
www.museoarcheologicoreggiocalabria.it
Le visite saranno contingentate per gruppi di 10 persone al massimo e scaglionate ogni 20 minuti, in turni dalle ore 9.00 alle 20.00 (con ultimo ingresso alle 19.00), nei giorni di apertura al pubblico, dal martedì alla domenica, esclusivamente su prenotazione.
Sarà possibile prenotare sul sito web istituzionale del MArRC (a questo indirizzo http://www.museoarcheologicoreggiocalabria.it), sul sito web del concessionario che gestisce i servizi aggiuntivi, all'indirizzo http://www.info@koresrl.it, oppure chiamando il numero di telefono: 320.7176148, o direttamente presso il desk di biglietteria del Museo. Sarà anche possibile acquistare direttamente il biglietto online.
Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, o Museo nazionale della Magna Grecia, è uno dei musei archeologici più prestigiosi ed importanti d'Italia, in quanto ospita molteplici e significative testimonianze delle colonie della Magna Grecia. Il Museo è ospitato in un edificio progettato da Marcello Piacentini (di cui prende il nome), uno dei massimi architetti del periodo fascista, che lo concepì in chiave moderna dopo aver visitato i principali musei di Europa.
Il palazzo, realizzato tra il 1932 ed il 1941, è considerato una delle opere più significative tra gli edifici costruiti per scopo museale. Inaugurato nel 1959, il museo è stato nel corso del tempo oggetto di trasformazioni di grossa portata, quali: l'allestimento, nel 1981, della Sezione di archeologia subacquea, e la realizzazione del settore al secondo piano dedicato alle colonie della Magna Grecia.
Il museo custodisce ricche collezioni archeologiche con materiali di scavi da siti della Calabria e della Basilicata, i quali sono importanti per chi vuole avvicinarsi alla cultura antica di questa parte della Magna Grecia.
I Bronzi di Riace sono certamente la principale attrazione turistica e i protagonisti indiscussi della "grande narrazione" museale. I due capolavori dell'arte greca antica del V secolo A.C. daranno loro il benvenuto ai visitatori fin dal primo momento del loro ingresso al Museo, salutandoli dalle ampie vetrate da cui si affacciano su Piazza Paolo Orsi dalla Sala loro dedicata, in un invito a un imperdibile e indimenticabile viaggio nella Calabria antica.
Sede Espositiva
Palazzo della Cultura
Via Emilio Cuzzocrea n.° 48
89128 Reggio Calabria
Tel./Fax: 0965/892426
Mail: info@museosanpaolo.it
http://www.museosanpaolo.it
Apertura su prenotazione
Ingresso gratuito
Il Piccolo Museo San Paolo, vanta una prestigiosa collezione di icone di varia provenienza risalenti ai secoli compresi tra il XIV e il XX, in aggiunta alle tele attribuite ad Antonello di Saliba, esponente della scuola di Antonello da Messina, Antonino Cilea, Giovanni Bellini, Guido Reni, Lorenzo Lotto e un bozzetto raffigurante Mosè attribuito a Raffaello.
Inoltre, il Museo dispone di una collezione prestigiosa di argenti e opere di arte orafa di provenienza napoletana e siciliana risalenti al Seicento e al Settecento: in particolare, sono pregevoli i pezzi di stampo sacro, come un cofanetto reliquiario figurato con edicole contenenti la Crocifissione e Santi, spiccano anche un ostensorio d'argento forgiato da Filippo Juvarra nel 1770 e un cofanetto in avorio riportante l'effigie di Santa Rosalia, risalente al XVII secolo.
Parchi Archeologici
Per visitare il sito contattare l'associazione IN.SI.DE.
Tel. 3661019145
E' possibile effettuare visite di gruppo previa prenotazione ai contatti indicati.
Percorrendo il Lungomare Falcomatà, all'altezza di Piazza Camagna, ci si imbatte nel più esteso tratto di cinta muraria ellenistica di Reggio, recintato da una cancellata in ferro battuto. Anche se denominate "greche" queste mura sono in realtà frutto del circuito murario cittadino che nel corso del tempo è stato restaurato innumerevoli volte, soprattutto dopo il violento sisma del 1783.
Edificate in mattoni cotti di cui non è rimasta quasi traccia, le mura poggiano su fondazioni in pietra tenera locale. La cinta muraria era costituita da un muro a doppia cortina, i cui vuoti venivano riempiti di terra e pietrisco e sui quali veniva innalzato il muro vero e proprio, fatto con blocchi isodomi di arenaria locale, disposti su due file parallele con tratti perpendicolari.
Per visitare il sito contattare l'associazione IN.SI.DE.
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Poste nella parte finale del lungomare Falcomatà e rinvenute durante i lavori di ricostruzione successivi al terremoto del 1908, le Terme romane rappresentano uno dei monumenti più celebri della città di Reggio Calabria. Considerate le dimensioni, questo settore di terme faceva parte con ogni probabilità di un edificio privato. I resti rivelano più fasi edilizie e per lungo tempo furono coperti da un torrione della cinta muraria spagnola - il Bastone di San Matteo - che ne garantì la parziale conservazione. Dall'impianto originario oggi sono visibili: una vasca ellittica per bagni caldi preceduta da una serie di ambienti riscaldati - tepidarium e calidarium - una vasca quadrata per bagni freddi ed un piccolo spogliatoio semicircolare pavimentato a mosaico in bianco e nero.
A causa dell'emergenza Covid - 19, tutte le visite sono momentaneamente sospese.
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I ripetuti scavi effettuati tra il 2000 e il 2005 nell'area sud - orientale di Piazza Italia hanno portato alla luce un sito di notevole interesse storico - archeologico, che testimonia come la zona sia sempre stata al centro delle attività commerciali della città. Nello spazio di sei metri sono riconoscibili undici fasi di edificazione, dall'età greca fino ai primi anni del XIX secolo.
Via del Torrione, 89125 - Reggio Calabria
Anticamente compreso nello spazio che oggi corrisponde ai quattro isolati tra le vie Tripepi, Aschenez, Palamolla e XXIV Maggio, il Santuario Griso Laboccetta, così definito dagli antichi proprietari dei terreni su cui sorgeva, rappresenta il più imprtante della Reggio greca.
I primi ritrovamenti archeologici in questa zona risalgono alla fine del 1800 quando, in occasione di alcuni scavi venne alla luce un gran numero di pezzi archeologici esposti al Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio. Gia' nel VI secolo a.C. è accertata la presenza di un santuario molto importante dedicato a Demetra in questo sito fuori dalle mura. Verso la metà del IV secolo a.C. l'area viene integrata entro il nuovo circuito allargato delle mura cittadine.
Piazza Castello
Reggio Calabria
Giorni e orari di apertura dal Lunedi al Venerdì
Mattina: 09.00 - 13.00 (Ultimo Ingresso ore 12.30)
Pomeriggio: 15.00 - 19.00 (Ultimo Ingresso ore 18.30)
Sabato e Domenica - Chiuso
L'accesso al Castello avviene tramite prenotazione alla seguente mail:
castelloaragonese@reggiocal.it
Oppure al numero di telefono 0965/21392
dal Lunedi al Venerdì dalle 08.30 alle 12.30
Biglietti: Intero € 2,00 Ridotto (residenti) € 1,00
Contatti Tel. (+39) 0965/3622183 e-mail: castelloaragonese@reggiocal.it
Insieme ai Bronzi di Riace e al Museo Archeologico Nazionale, il Castello Aragonese è considerato uno degli emblemi della città. Nonostante venga definito "aragonese", la sua fondazione risale in realtà all'epoca bizantina, tra il IX e l'XI secolo, quando Reggio divenne capitale del Thema di Calabria. Punto strategico di difesa della città, la fortezza fu nel corso dei secoli dominio di Bizantini, Normanni, Svevi e Angioini, che di volta in volta apportarono alcune modifiche. Fu però in epoca spagnola, per volere di Re Ferdinando I d'Aragona, che la struttura subì un radicale cambiamento con l'aggiunta delle due imponenti torri circolari merlate che le conferirono l'aspetto attuale e la denominazione "aragonese". La parte più antica della costruzione fu demolita dopo il terremoto del 1908 per consentire l'apertura di alcune strade cittadine.
Testimone delle vicende storiche della città dal medioevo ad oggi, il Castello Aragonese fu conquistato da Garibaldi il 21 Agosto del 1860.
Via Villini Svizzeri, 33
89126 Reggio Calabria
La polis Rhegion, così come la maggior parte delle colonie della Magna Grecia, era cinta da mura a protezione della città. Il Parco Archeologico della Collina degli Angeli rappresenta forse la più antica testimonianza di queste opere murarie di difesa giunta fino a noi. Il tratto della cinta muraria in località Collina degli Angeli, che trova uno stringente confronto nel muro di cinta della città greca di Gela in Sicilia, risale alla fine del V secolo a.C. e fu messo in luce nel 1976 nel corso di alcuni lavori edili. Realizzato interamente in mattoni crudi, con terra scura impastata con paglia e detriti ceramici, è lungo circa 15 metri, ha uno spessore di oltre 4 metri e in tempi antichi correva lungo la cresta di una delle dorsali collinari che chiudono a ventaglio la città. Altri resti murari rinvenuti più a sud, in località Trabocchetto, sembrano costituire la prosecuzione dell'impianto sito in Collina degli Angeli.
Alla fine di Aprile 2016, proprio mentre veniva aperto il museo archeologico, è stata ritrovata una tomba romana risalente al I secolo d.C. in seguito ai primi scavi per la creazione di un parcheggio sotterraneo nell'angolo Nord - Est di Piazza Garibaldi. I lavori della Soprintendenza per i Beni Archeologici sono ancora in una fase iniziale. Durante i primi scavi sono state ritrovate anche diverse anfore, piatti e monete ricollegabili in vario modo all'epoca del ritrovamento principale della tomba.
Il 9 Maggio 2016, in seguito ad un nuovo saggio nella zona antistante la stazione centrale è stato ritrovato un basamento presumibilmente ricollegabile all'età del primo reperto.
Degli scavi effettuati nel 1922 da Paolo Orsi tra via del Torrione, via Tripepi, via XXIV Maggio e via San Paolo, sono venuti alla luce i resti di una struttura pubblica situata all'interno delle mura di cinta, ad un centinaio di metri dall'area sacra del fondo Griso - Laboccetta.
Essa fu inizialmente identificata dall'archeologo come l'Odeon della città - edificio simile ad un teatro di modeste dimensioni dedicato a esercizi di canto, rappresentazioni musicali e concorsi di poesia e musica - mentre oggi va consolidandosi la teoria che si tratti dei resti del Bouleuterion o l'Ekklesiasterion, l'edificio per le riunioni dell'assemblea popolare, dunque non è improbabile che proprio qui sia avvenuta l'assemblea voluta da Timoleonte e dagli strateghi rhegini nel 344 a.C.
I resti risultano databili tra il IV e il III secolo a.C. e dell'edificio rimane molto poco in vista.
E' una tomba a camera che molto probabilmente ospitava le spoglie mortali di un uomo o di una donna facoltosi. E' stata riportata alla luce durante gli scavi per realizzare le fondazioni del Museo Nazionale della Magna Grecia. In questa occasione la tomba venne spostata dal sito originario per essere posta nella collocazione attuale. L'unica ipotesi formulata riguardo a tale bene, sostiene che i massi isodomi con cui è stata costruita la tomba fossero stati asportati dalla cinta muraria di Reggio, ipotesi che non trova fondamento per la discontinuità del formato dei blocchi delle fortificazioni e per l'assenza di possibili marchi di cava.
Non solo mare e vento, Pellaro è la capitale calabrese del kitesurf, ma è anche un sito archeologico di notevole prestigio per aver restituito numerose testimonianze di una ininterrotta frequentazione che va dal VI sec. a.C. alla tarda età imperiale.
La storia del parco archeologico Occhio di Pellaro inizia nel 1975, quando in occasione di alcuni scavi per la costruzione di un edificio furono rinvenute due tombe a camera databili tra il II - I secolo a.C. e altri reperti tra cui una moneta bronzea reggina. Gli scavi successivi permisero poi di riportare alla luce alcuni ambienti datati III - II secolo a.C. altre sepolture di età arcaica - incluse due urne cinerarie - e una fornace. L'attività archeologica ha permesso di appurare l'importante cambio di uso del luogo tra l'età arcaica e quella ellenistica, da necropoli a sito residenziale e artigianale, come testimoniato dalla presenza di una grande vasca pavimentata collegata alla lavorazione di laterizi.
Via Comunale S. Lorenzello, 137
89133 Reggio Calabria
Apertura su prenotazione
Biglietti € 3,00
Tel. (+39) 3478337830 - 3319052973
e-mail: valeriavara1@gmail.com
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L'area archeologica di Motta Sant'Agata si trova sulle colline di Reggio Calabria, precisamente tra i borghi di Cataforio e San Salvatore, 400 m. s.l.m. Fu il complesso di difesa più importante dei dintorni di Reggio, secondo alcuni storici esistente già in epoca protostorica, ma fiorente a partire dall'epoca bizantina. Difficile stabilire esattamente quando e da chi fu fondata. Certo è, che grazie ad alcuni rinvenimenti archeologici - tombe, ceramiche e monete si è certi dell'esistenza di Sant'Agata sin dall'età greca e romana. Durante il medioevo, in seguito alle incursioni dei saraceni, fu rifugio contro le razzie degli arabi, che riuscirono ad impossessarsi della città intorno al 921 - 924 e nel 976 - 977. Poche notizie si hanno relativamente al periodo normanno e svevo, mentre da numerosi documenti sappiamo che nel periodo angioino fu immune al giogo feudale e godette dell'autonomia municipale sia dalla vicina Reggio che da altri feudi.
Il 5 febbraio del 1783 un terribile terremoto distrusse quasi completamente l'antica città.
Oggi, a distanza di quasi 250 anni, sui muri superstiti della chiesa di S. Basilio è ancora visibile un frammento di stemma nobiliare e, dietro un archivolto all'interno del tempio, altre tracce di affreschi. Della protopapale di San Nicola, conosciuta anche come la la Cattolica, si conservano invece i possenti muri perimetrali, l'abside, la cripta e numerose tombe poste al di sotto del pavimento. Alle sue spalle, nel punto più alto si ergeva il castello.
Teatri di Reggio Calabria
Indirizzo:89125 Reggio Calabria (RC)
Telefono: 0965/312701
Provincia: Provincia di Reggio Calabria
Il teatro comunale Francesco Cilea di Reggio Calabria è intitolato alla memoria del compositore calabrese, nato a Palmi, Francesco Cilea.
Con una capacità di 1500 posti è il teatro più grande in Calabria.
I locali a piano terra (che si affacciano sul Corso Garibaldi) per molti anni furono adibiti ad uffici e ritrovi, i seminterrati furono invece utilizzati per convegni e mostre.
Le linee esterne sono ispirate all'architettura classica per volere del sindaco Giuseppe Valentino, infatti egli volle che tra i tanti edifici di Reggio, ve ne fosse qualcuno che riprendesse le forme architettoniche dell'antica città magnogreca.
La grande sala, di stile ottocentesco, ha forma a ferro di cavallo, vi sono tre ordini di palchi ed un loggione, divisi da un ampio palco reale posto al centro.
Al primo piano il teatro ospita la Pinacoteca Civica di Reggio Calabria che espone pregiate opere pittoriche acquisite dall'antico museo cittadino grazie a lasciti, donazioni e acquisti.
Storia
La costruzione fu realizzata, grazie all'ora ministro Giuseppe De Nava ed al sindaco Giuseppe Valentino (Sindaco della ricostruzione dopo il terremoto del 1908) in varie riprese, su progetto degli ingegneri Domenico De Simone e Laviny. L'inaugurazione avvenne nel 1931.
Nel secondo dopoguerra la sala del Teatro Cilea viene ampliata, viene data nuova forma alla linea dei palchi, il soffitto diventa sontuoso e imponente, ed il boccascena con la nuova cavea per l'orchestra molto elegante; il Cilea diviene così una struttura tra le più belle e funzionali d'Italia e viene reinaugurato dal sindaco Domenico Mannino il 25 febbraio del 1964 con l'opera "Il Trovatore" di Giuseppe Verdi.
La gestione della struttura viene affidata fin dall'inizio in concessione alla "SAR di Paolo e Francesco Montesano" e per oltre un ventennio, la struttura accoglie compagnie di prosa, varietà e teatrali, che vantavano i più bei nomi del panorama artistico italiano ed internazionale del dopoguerra. Nel 1985 la commissione di vigilanza della prefettura dichiara inagibile parte del teatro, più precisamente tutto il settore dei palchi, per necessari radicali lavori di ristrutturazione e di adeguamento alle più recenti norme antincendio.
La struttura rimase operativa fino al 1994 con agibilità limitata e finalmente nel 1996 vennero iniziati i necessari lavori di ristrutturazione ed adeguamento alle normative, che, dopo quasi diciotto anni, restituirono il Teatro Comunale Cilea alla città di Reggio, pronto a proseguire sulle orme degli anni sessanta la sua gloriosa tradizione artistica e culturale, accogliendo gli artisti più importanti di questo primo scorcio del XXI secolo.
Indirizzo: Via Manfroce II trav. De Nava, 5
89122 San Brunello, Reggio Calabria (RC)
Telefono: 3409783745
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Il Piccolo Teatro della Scaletta è un teatro ma anche uno spazio culturale aperto, libero e pronto ad ospitare eventi artistici.
Il Piccolo Teatro della Scaletta aspira a divenire centro culturale aperto a tutti i reggini interessati a condividere idee, pensieri ed esperienze; vera fucina di idee innovative e progetti creativi. Esso vuole qualificarsi come spazio di avanguardia e luogo di rinnovamento dei linguaggi artistici, offrendo occasioni di aggregazione ed integrazione, sviluppando talenti e coltivando la bellezza nella musica, nel teatro, nella danza e nella letteratura.
Lungomare Falcomatà (RC)
Reggio Calabria (RC)
Sede di manifestazioni e spettacoli estivi, l’arena dello stretto sorge dove, prima del terremoto del 1908, c’era il Molo di Porto Salvo. L'architettura del teatro aperto prende spunto, ed è evidente, dall'antica tradizione greca, e la vista sullo stretto e sul mare regala panorami di grande suggestione.
Al vertice, quasi in mare, svetta un Cippo Marmoreo costruito dallo scultore messinese Bonfiglio nel 1932 e dedicato a Vittorio Emanuele III, in quanto il Molo di Porto Salvo fu il primo luogo italiano in cui si recò subito dopo essere stato proclamato Re. La statua in bronzo al centro del cippo marmoreo raffigura la dea Athena Promachos a difesa di Reggio Calabria.
Al termine dei lavori di ristrutturazione ed ammodernamento del lungomare nel 2001 il monumento con la statua di Atena è stato collocato sul pontone al centro del teatro ma, mentre in origine la statua che protegge la città era rivolta verso il mare, l'allora sindaco Italo Falcomatà volle che la statua fosse rivolta verso la città stessa.
Catonateatro è una manifestazione teatrale di Reggio Calabria, che si svolge ogni estate presso l'Arena "Alberto Neri", sita lungo il lungomare del quartiere Catona. Gestita dalla Cooperativa Polis Cultura.