Comune di Rosarno

Rosarno è un comune italiano di 14561 abitanti della Città Metropolitana di Reggio Calabria, in Calabria.

Vertice settentrionale della Piana di Gioia Tauro. La cittadina, confinante con la provincia di Vibo Valentia, oltre ad essere uno snodo ferroviario ed autostradale di primaria importanza per l’intera provincia, è stata anche, grazie all’impegno dell’allora sindaco antimafia Giuseppe Lavorato, il primo Comune d’Italia a costituirsi parte civile in un processo antimafia (ottenendo risarcimento dei danni patrimoniali, morali e di immagine causati dai mafiosi)e uno dei primi a utilizzare per la collettività i beni confiscati alla ‘Ndrangheta.

Geografia fisica

Rosarno si trova su una collina che si affaccia come un balcone naturale sul porto di Gioia Tauro e sulla pianura circostante.

Comprende un vasto e fertilissimo territorio che ha per limiti a nord il fiume Mésima, ad est il fiume Metramo ed i primi contrafforti delle Serre calabresi, a sud il Comune di Gioia Tauro, ad occidente San Ferdinando (frazione di Rosarno fino al 1977). La cittadina è adagiata su una collina a 67 m. s.l.m., da cui domina la sottostante pianura, ricca di aranceti ed uliveti, ed il porto di Gioia Tauro, distante in linea d’aria appena 6 km.

Nel 2004 Rosarno ha ottenuto il titolo di città, conferitogli del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell’Interno. Tuttavia i servizi sono scarsi (l’ospedale costruito negli anni settanta non è mai stato inaugurato).

Il suo territorio (di cui 120 ettari sono parte del Piano Regolatore predisposto dall’ASI – Area Sviluppo Industriale – per gli insediamenti industriali) è la porta di ingresso terrestre (ferroviaria ed autostradale) al porto di Gioia Tauro ed alle aree destinate agli insediamenti produttivi.

Informazioni:

Sito istituzionale:

www.comune.rosarno.rc.it

La Storia

Le origini di Rosarno sono da ricercare nell’antica colonia greca di Medma, fondata dai locresi alla fine del VI secolo a.C. La città scomparve nel II secolo d.C. ed il suo posto fu preso da Nicotera, città di probabile fondazione medmea.

In epoca medievale il toponimo si incontra per la prima volta nel 1037 in un documento napoletano. Ancora prima, i Monaci basiliani avevano eretto sulla collinetta chiamata Badia un monastero dedicato a Santa Maria del Rovito, di cui rimane, conservata nel Monastero Basiliano di Grottaferrata, una croce d’argento di origine bizantina con un’iscrizione che ne rivela la provenienza.

Dal XIV secolo il feudo di Rosarno fu oggetto di dispute fra nobili feudatari e la corona, fino a giungere in possesso di Ludovico il Moro e poi di Isabella D’Aragona. Agli inizi del XVI secolo, Ettore Pignatelli ricevette dal re Ferdinando il Cattolico il feudo, mantenuto dalla sua famiglia fino al 1806. Carlo III di Borbone vi trascorse una vacanza nel 1735 cacciando fra i boschi della zona conosciuti per la selvaggina abbondante e per le piante medicinali.

Il 5 febbraio 1783 la città fu rasa al suolo da un devastante terremoto che colpì l’intera Calabria causando oltre 60.000 vittime. Rosarno registrò la scomparsa di 203 abitanti, ma la conseguenza più grave fu di ordine geologico, con l’abbassamento della vallata del fiume Mesima. Lo sconvolgimento idrico che ne seguì comportò l’insorgere della malaria e lo spopolamento urbano, condizione attenuata dagli interventi del Marchese Vito Nunziante, generale del re Ferdinando di Borbone, che iniziò un’azione di bonifica che col tempo trasformò una zona paludosa in territorio fertile.

A cavallo del secolo, Rosarno fu il quartier generale del Cardinale Fabrizio Ruffo, che liberò la città dall’esercito francese occupante e che da lì si mise in contatto con re Ferdinando I, nel frattempo riparato a Palermo. Il successore Ferdinando II visitò la città nel 1833, subito dopo la sua incoronazione, ritornandovi vent’anni dopo e ricevendo nell’occasione un’accoglienza trionfale. Anche Giuseppe Garibaldi, durante la sua Spedizione dei Mille, sostò nel 1860 a Rosarno. Gli abitanti si prodigarono in favore dell’esercito di Garibaldi, e testimonianza degli eventi è fornita dal diario di viaggio dello scrittore-soldato francese Maxime Du Camp, al seguito della spedizione garibaldina.

Anche grazie alle operazioni di bonifica del territorio che si protrassero per decenni, Rosarno divenne un polo di attrazione economica e commerciale attirando migliaia di lavoratori dalla zona jonica e dal napoletano, favoriti dalla nuova linea ferroviaria che univa Eboli a Reggio Calabria e che, agli inizi del XX secolo, si segnalava per un traffico merci intenso. Una spinta verso l’evoluzione del settore agrario fu data dall’occupazione delle terre del Bosco nel 1945: centinaia di famiglie di contadini si insediarono nelle terre incolte dando luogo allo sviluppo di agrumeti e di oliveti.

Arte e cultura

Architetture religiose

Architetture civili

Siti archeologici

 

  • Parco Archeologico dell’Antica Medma. Ubicato in viale della Pace – Piano delle Vigne.
    Nel corso del XIX secolo furono eseguiti numerosi scavi archeologici a Rosarno per conto del conte vibonese Vito Capialbi, del Vescovo di Mileto Monsignor Filippo Mincione e degli antiquari tedeschi Merz e Major di Taormina.
    Gli scavi vennero proseguiti con maggior fortuna dal archeologo Paolo Orsi e si concentrarono in due distinte fasi, dal 1912 al 1914, su Pian delle Vigne e sulla collina di Nolio Carozzo. Gli scavi servirono anche a dimostrare in maniera conclusiva la reale posizione di Medma che fino ad allora era oggetto di discussione tra l’ipotesi rosarnese e quella nicoterese. Vasto fu il materiale riportato alla luce da questi scavi.