I Dolci della tradizione

Terra dalla grande e antica tradizione culinaria, la Provincia di Reggio Calabria vanta tantissimi dolci e prelibatezze tipiche che, grazie alla semplicità degli ingredienti e alla lavorazione artigianale, incontrano il palato di tutti, grandi e piccoli. Sono quasi tutti a pasta secca e spesso privi di creme all’interno, profumatissimi e dal gusto molto ricco. Il passato e i prodotti locali come mandorle, fichi e agrumi –si rispecchiano anche nella pasticceria: i dolci racchiudono tradizioni millenarie, legate sia al mondo contadino che alle contaminazioni culturali arabe e greche che hanno caratterizzato la nostra regione.  

Le ricette scandiscono feste e ricorrenze e seguono le stagioni e il calendario religioso; in questo modo ogni dolce assume un valore significativo rispetto allo scorrere del tempo. Dolci inimitabili rigorosamente fatti a mano con le tecniche antiche e con materie prime naturali e genuini offerte da un territorio prosperoso e incontaminato. Anche i dolcificanti impiegati sono naturali: il miele, sciroppo di fichi, mosto.

I dolci del Natale

Il Natale è quella festa che se dovessimo accostargli un sinonimo adeguato, sceglieremmo Famiglia. Si, perchè a Natale tornano tutti a casa: gli studenti, gli emigrati, gli affetti più cari. Ed è allora che il focolaio domestico prende vita, grazie alle tante mamme e nonne che arricchiscono la tavola con tanti tipici dolci, che di sicuro delizieranno e faranno sentire tutti amati. I dolci del Natale per i reggini hanno un sapore familiare e domestico. In ogni casa si sfodera il mattarello e si rispolvera la ricetta di famiglia. I segreti vengono sapientemente tramandati da madre in figlia in una continua scoperta di sapori, aromi, e spezie.

Ad aprire le danze delle ghiottonerie natalizie sono “i crispeddi”. Una leccornia che si prepara dall’8 dicembre ricorrenza dell’Immacolata e che si ritrova sulle tavole dei reggini per tutto il periodo natalizio. Soprattutto nel giorno della vigilia di Natale e di Capodanno è tradizione nelle case di Reggio Calabria, riunirsi per consumare questo piatto semplice ma gustoso.

Sono frittelle a base di pasta lievitata che si trovano sia dolci che salate, farcite con semplici ingredienti; acciughe, pomodori secchi, ricotta, tonno, cavolfiore, uvetta sultanina. Per chi ama i gusti più decisi anche la ‘nduja piccante, e tutto ciò che ci suggerisce la nostra fantasia e il nostro gusto. Inoltre, possono essere semplicemente ripassate in un composto di zucchero e cannella, nel miele o nel vino cotto e diventare dei facili e veloci dolci di Natale apprezzati da grandi e piccini.

Tra i dolci di Natale della tradizione reggina il posto d’onore, da sempre, è destinato ai petrali

Si pensa li preparasse un prete con la sua perpetua -da qui il loro nome- e li regalasse ai fedeli come augurio di Natale; in passato la loro cottura rappresentava un momento di convivialità perché venivano cotti nei forni comuni sparsi in città e nei vari paesini della provincia: si dava così la possibilità di prepararli anche a chi non aveva il forno a casa.

Come ogni ricetta tradizionale ciascuna famiglia ne possiede una propria con alcune varianti ma la particolare caratteristica di questi dolcetti di frolla a semiluna è la ricchezza del ripieno.
La morbida farcia è costituita da fichi secchi – abbondante eredità del periodo estivo che vengono essiccati al sole – mandorle, noci, frutta candita, uva passa e cacao, amalgamati ad arte con caffè, vino cotto, spezie dolci e agrumi. Infine sono decorati con zuccherini colorati e infornati.

Un connubio di frutti tipici della stagione invernale che rimanda alla tradizione povera, poiché gli ingredienti altro non erano che  gli avanzi della dispensa e che testimonia l’influenza araba nella gastronomia calabrese.

Ad accomunare, da nord a sud, tutta la regione sono senz’altro le “susumelle”. A forma di ovale o rombo, dalla pasta morbida e tipicamente speziata e ricoperti di glassa al cioccolato bianco o fondente, a Natale, sono presenti su tutte le tavole calabresi. Gli specialisti di questi dolci li troviamo in provincia di Reggio Calabria e Vibo. Queste bontà si preparano impastando farina, uova e mandorle spezzettate con mosto cotto o miele di fichi e poi vengono cotti al forno e spennellati con glassa di zucchero e albume d’uovo o di cioccolato. In alcune zone le chiamano anche pitte di San Martino, perché, dato che hanno una lunga conservazione, si cominciavano a preparare l’11 novembre, in modo che potessero accompagnare durante tutto il tempo di avvento.

Tipici dell’Area Grecanica sono, poi, i “buffeddi”, deliziosi dolci quasi scomparsi, fatti di una profumata sfoglia ripiena di crema di patate dolci o di ricotta. Mentre tipiche della Piana di Gioia Tauro sono le “nnacatole”, dolci a base di farina, uova, anice, olio e limone e a forma di culla.

Ed infine, sua maestà il “torrone”. Al miele, con le mandorle, con o senza ostia, morbido o croccante, ricoperto di cioccolato bianco o fondente, alla vaniglia, al bergamotto, al cedro, gianduia… straordinari sono quelli della Piana di Gioia Tauro o, ancor di più (e qui c’è un annoso derby), il “Torrone di Bagnara IGP”, a base di cacao amaro, oli essenziali e spezie in polvere. A seconda della copertura, di zucchero in grani o di cacao amaro, si distingue nelle due varietà Martiniana o Torrefatto glassato.

I dolci: tradizioni a tavola