Il culto greco-ortodosso: itinerario

Dal Monastero greco-ortodosso di San Giovanni Theristis a Bivongi si avvia l’itinerario simbolo del riavvicinamento tra Chiesa ortodossa e Chiesa romana. Tappe del percorso sono i luoghi consacrati alla celebrazione del rito greco-ortodosso.
Nel territorio reggino l’abbraccio fra le due chiese diventa realtà tangibile in tutti i siti nei quali si può assistere alla celebrazione di un rito che non è soltanto il ricordo di un passato storico religioso, bensì viva liturgia che coinvolge i fedeli.

Contesto naturalistico: Vallata dello Stilaro – Cascate del Marmarico – Monte Stella – Monte Consolino – Fiumara di Gerace – Fiumara Amendolea – Parco Nazionale dell’Aspromonte

Feste

BIVONGI27 febbraioS. GIOVANNI THERISTIS
PAZZANO15 agostoS. MARIA MONTE STELLA
MONTE S. JUINIO23 agostoS. JUINIO

Il Sacro Monastero greco – ortodosso di San Giovanni Theristis, in Bivongi, è, in tutta Europa, l’unico monastero bizantino in cui si celebrano regolarmente le funzioni liturgiche. Siamo nel territorio che Paolo Orsi definì “la terra Santa del basilianesimo in Calabria”. Sullo sfondo della vallata dello Stilaro, dove i suoni della natura avviano alla spiritualità, si staglia lo “scrigno” nel quale, vegliata dai molteplici sguardi delle icone, è custodita l’essenza del rito greco – ortodosso.
Il Monastero è dedicato al Santo italo-greco che visse da eremita in queste montagne, dedicandosi alla preghiera ed operando miracoli per i poveri. I monaci basiliani abbandonarono nel 1662 il monastero, che rimase nel silenzio sino al 1994, quando vi giunsero i monaci del Monte Athos. Dal Sacro Monte alle cime reggine irradia l’energia che restituisce la luce del rito al fedele ed alle bizantine mura, luce e preghiera intessono il filo conduttore che porta ai luoghi sacri di questo itinerario.  (https://www.urpinrete.it/comune-di-bivongi/)
L’intenso fervore religioso che in epoca bizantina portò all’edificazione di chiese e monasteri, trova una delle massime espressioni nel gioiello della “Cattolica di Stilo”. (https://www.urpinrete.it/comune-di-stilo/)

Pazzano offre una sintesi storico-religiosa: la grotta scavata nella roccia, che nell’VIII secolo accolse gli eremiti italo-greci, oggi è Santuario, dove i fedeli latini venerano la statua Maria SS. di Monte Stella. (https://www.urpinrete.it/comune-di-pazzano/)

Seguendo l’intersecarsi del rito ortodosso e quello del culto latino, si giunge a Gerace. La piccola Chiesa di San Giovanni Crisostomo o San Giovannello è il più antico edificio di culto greco – ortodosso (XI secolo), ed il 5 novembre del 1991 è stato consacrato Santuario Ortodosso Panitalico della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia, dal metropolita Ghenadios.
Nei pressi della chiesetta, l’importante edificio normanno-bizantino della Cattedrale (costruita su laure brasiliane). Intorno molteplici chiese, che fanno di Gerace la “città santa” della provincia reggina, circondano San Giovannello, quasi a voler suggellare l’abbraccio tra chiesa latina e chiesa ortodossa.

Culto e ascesi sono le fondamenta della grotta di San Jeiunio, al cui interno visse l’eremita brasiliano e dove ancora oggi, una volta l’anno, viene celebrata una messa seguendo il rito greco- ortodosso. Il Santo è uno dei tre Patroni di Gerace e la Sua icona è conservata nella Chiesa di San Giovannello. (https://www.urpinrete.it/comune-gerace-rc-it/)

Prima di giungere a Gallicianò, la deviazione verso Staiti (https://www.urpinrete.it/comune-di-staiti/) conduce alla scoperta dei mattoni rossi che formano i ruderi dell’abbazia bizantina di Santa Maria dei Tridetti (X-XI secolo).
L’itinerario si conclude sulla vallata dell’Amendolea: l’area grecanica dove, nei tempi passati, la celebrazione dei riti liturgici ha consentito la conservazione dell’idioma grecanico, ancora usato dagli anziani.
Ai monaci del Monte Athos è affidata la Cappella greco – ortodossa della Madonna della Grecia (sita in Gallicianò).
Dal silenzio delle sacre pietre si elevano le note delle preghiere che, moltiplicate dai greti sassosi dell’Amendolea, ridestano i ruderi delle quattro chiesette bizantine (SS. Annunziata, Santa Caterina, San Sebastiano, San Nicola), che sorgono solitari sul versante opposto, all’ombra del castello di Amendolea.